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Sigfrido Ranucci ad Avellino presenta “La scelta” il suo nuovo libro

Sigfrido Ranucci ad Avellino presenta “La scelta” il suo nuovo libro

5 Settembre 2025 | by Maresa Calzone
Sigfrido Ranucci ad Avellino presenta “La scelta” il suo nuovo libro
Attualità
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Nella sala della Camera di Commercio Irpinia Sannio, ad Avellino, il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci ha presentato il suo libro “La scelta”, dando vita a un incontro pubblico all’insegna del confronto e della riflessione sullo stato dell’informazione in Italia.
Nel corso dell’appuntamento, Ranucci ha tracciato un quadro critico della situazione attuale del giornalismo, sottolineando come alcune norme stiano compromettendo seriamente la libertà di stampa. “Viviamo in un Paese in cui si cerca un fiore nel deserto”, ha affermato, facendo riferimento a una serie di ostacoli: il divieto di pubblicare i nomi contenuti nelle ordinanze di custodia cautelare, le conseguenze della legge Cartabia e il fenomeno delle querele temerarie, spesso utilizzate come strumento di intimidazione.
Un passaggio sentito è stato dedicato ai cronisti locali, “spesso sottopagati e costretti a subire pressioni da imprenditori, politici e criminalità organizzata – ha detto – a volte tutte e tre insieme, con la complicità dell’editore”.
L’analisi si è poi spostata sul ruolo della rete, oggi principale fonte di informazione per il 70% delle persone. Un mondo pieno di potenzialità, ma non privo di insidie: “L’algoritmo premia il clamore, non la verità”, ha sottolineato Ranucci, mettendo in guardia sul rischio di disinformazione sistemica.
Nel ricordare i 40 anni dall’uccisione di Giancarlo Siani, il giornalista ha voluto omaggiare quanti hanno perso la vita per esercitare liberamente il loro mestiere. “Oggi la mafia non ha più bisogno di sparare – ha detto – si è legittimata, anche attraverso il sistema politico”.
Non sono mancate riflessioni sul giornalismo d’inchiesta, al centro di alcune recenti polemiche. “Per la prima volta sono state tagliate quattro puntate di Report – ha spiegato – e chi paga il canone dovrebbe interrogarsi su questo”.
In conclusione, Ranucci ha ribadito il valore civile della professione giornalistica, chiamata – oggi più che mai – a servire i cittadini, dare voce ai territori e far luce su ciò che viene tenuto nascosto: “Solo così il giornalismo potrà tornare a essere davvero utile”.

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