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Progetto diga, dopo i lustrini restano le perplessità

Progetto diga, dopo i lustrini restano le perplessità

11 Settembre 2025 | by Enzo Colarusso
Progetto diga, dopo i lustrini restano le perplessità
Attualità
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La talpa che scaverà la collina per permettere il passaggio del potabilizzatore. Stiamo parlando del grande progetto della diga di Campolattaro che ieri ha vissuto una giornata campale con la presenza del ministro Salvini e del Governatore De Luca. 750 mln il progetto per rendere dinamico l’invaso, grandi prospettive e altrettanto grande dimostrazione muscolare per uno dei grandi investimenti infrastrutturali del Mezzogiorno.

Eppure, qualche perplessità resta sul grande tunnel del potabilizzatore. Resta la argillosità della collina, di cui anche l’Ingegner Bernardini, il presidente del Consorzio Campolattaro, ha giustamente sottolineato la delicatezza e la friabilità, resta una frana, si lenta ma attiva, come hanno sentenziato ben due perizie volute dalla Provincia sul versante della diga che non può non preoccupare i tecnici, sebbene lo stesso Bernardini abbia assicurato che tutte le più moderne tecnologie in materia siano impiegate nello scavo e la sagacia dei tecnici faccia stare tranquilli.

Evitando cassandre, è bene stare sempre in campana perchè le conseguenze potrebbero essere davvero nefaste per il territorio. E a causa di un utilizzo dell’acqua della diga che poco o nulla andrà a soddisfare le esigenze del Sannio e molto invece la sete di Napoli e provincia cui la gran mole d’acqua è indirizzata. De Luca parla di autonomia idrica e forse si riferisce a 3 ml e mezzo di corregionali concentrati in pochi kilometri quadrtati…

Per non parlare della qualità dell’acqua che verrà ricavata dalla potabilizzazione. Al di là della purezza in se c’è ora anche il forte rischio percolato che viene giù dal corso del Tammaro alimentato dai rigagnoli del Sassinoro, e il riferimento va ai liquami che escono dalla New Vision sotto sequestrio giudiziario, caso riesploso con enorme virulenza a luglio. Con gli esami Arpac, di cui ancora non si sa nulla circa i composti e questo è grave, è dovesoro che l’opinione pubblica sappia tutto sul contenuto di quella putrefazione e magari se ne occupi di più e meglio politica ed istituzioni di quanto non fatto fino ad ora. Intervistato su questo argomento il Presiodente della Provimncvia Lonbardi assicura il massimo impegno e la promessa di non lasciare sole le popoalazioni dell’Alto Tammaro.

 

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