Salerno si conferma tra le province italiane con la più alta pressione fiscale sulle imprese. È quanto emerge dalla settima edizione del dossier “Comune che vai, Fisco che trovi”, presentato a Roma presso la sede nazionale di Cna.
Il capoluogo salernitano è 113esimo su 114 province analizzate, con una pressione fiscale del 57,2%, preceduto solo da Agrigento, che chiude la graduatoria con il 57,4%.
In Campania, il quadro mostra una forte disomogeneità:
Avellino si attesta al 48esimo posto a livello nazionale con un’aliquota complessiva pari al 51,8%, tra le migliori performance regionali.
Benevento registra invece un livello di pressione fiscale più alto: 54,3%, che colloca il Sannio al 93esimo posto della graduatoria.
Caserta è al 74esimo posto con il 52%.
Napoli si posiziona al 101esimo posto con un’aliquota del 54,9%.
Salerno, infine, risulta la peggiore in Campania e la seconda peggiore in Italia, con il 57,2%.
Il presidente di Cna Salerno, Antonio Citro, sottolinea: «Le imprese meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo».
Per Simona Paolillo, segretario di Cna Salerno, «impressiona che in alcune aree del Paese il fisco assorba quasi il 60% del reddito e che Salerno sia fanalino di coda. È necessaria una riforma che garantisca un sistema di equa tassazione e un monitoraggio costante della pressione fiscale, soprattutto sulle Pmi. A livello locale serve maggiore efficienza amministrativa».
Il coordinatore regionale di Cna, Lucio Ronca, aggiunge: «Questa disomogeneità non aiuta chi fa impresa, ma da qui bisogna partire per sostenere realmente le aziende».
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Fonte Ansa -Foto CNA