“L’informazione, se non è libera, non è informazione.
La libertà di stampa non è un privilegio, ma un diritto fondamentale e una responsabilità collettiva. È strumento di verità, giustizia, coscienza critica. È voce di chi non ha voce.
Oggi, come ieri, il giornalismo che indaga, denuncia, solleva domande, rompe il silenzio e mette in discussione i poteri, dà fastidio. È una pietra d’inciampo. Lo è stato per Pippo Fava, Giancarlo Siani, Peppino Impastato — giornalisti uccisi perché affamati di verità. Lo è ancora oggi per tanti e tante giornaliste sotto scorta, minacciati perché fanno il proprio dovere.
Sigfrido Ranucci, con il suo lavoro e la sua dedizione, incarna l’essenza del giornalismo come servizio pubblico: non per compiacere, ma per raccontare. Non per nascondere, ma per mostrare. Le sue inchieste sono fenditure nei muri dell’omertà, aperture nella nebbia dell’indifferenza. Per questo riceve intimidazioni. Per questo gli siamo vicini.
A lui va il nostro abbraccio e la nostra gratitudine.
A tutti gli operatori dell’informazione rivolgiamo un appello: non smettete di ascoltare la vostra coscienza, non smettete di parlare alle coscienze altrui. Anche quando tutto sembra volervi far tacere.
Possono far esplodere automobili, possono usare proiettili. Ma non possono fermare l’impegno, la sete di verità, la forza della libertà.
Perché un giornalismo libero è il primo cane da guardia della democrazia.
E noi, con forza, diciamo: non vi lasceremo soli.” Cosi in una nota stampa il referente provinciale di Libera Benevento Michele Martino.
