Le problematiche legate alla diga di Campolattaro il cui utilizzo, dopo una trentina d’anni, è assicurato dal vasto progetto di rilancio da 700mln di euro che Stato e Regione Campania hanno deciso di approntare. Da queste tribune e a più riprese è stato posto il problema della tenuta idrogeologica della cosiddetta “spalla destra” delle sponde dell’invaso, la via circumlacuale è tutt’ora chiusa al traffico veicolare per il rischio frane per altro evidente se si percorre la strada.
Asea però, nella qualità di soggetto gestore dell’impianto per conto della Provincia di Benevento, nelle sue relazioni tecniche alla Direzione Generale per le Dighe del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha sempre evidenziato la stabilità dei versanti dell’invaso, sebbene lo stesso presidente Mastrocinque in una intervista concessa a Lab Tv nel febbraio del 2024, fu molto cauto nel rappresentare i problemi relativi a quel movimento franoso che nei fatti nessuno ha mai negato.
E c’è di mezzo anche il tunnel del potabilizzatore, quantunque dalla Rocca specificano che “la spalla destra non ha alcuna correlazione con i lavori attualmente in corso per la galleria”. Sta di fatto che però i lavori del tunnel sono stati avviati sul versante di Ponte e non su quello più specificatamente della diga, particolare non da poco, e nonostante lo stesso direttore del Consorzio Campolattaro, l’Ingegner Paolo Bernardini, ammettesse la delicatezza degli scavi sebbene ne argomentasse la dovizia tecnologica dell’impresa.
Ora però alla Rocca ravvisano la giustezza di una convenzione con la quale l’Azienda Speciale ASEA affida all’Università degli Studi del Sannio il servizio di consulenza ingegneristica di verifica sismica del versante destro e della paratia della diga di Campolattaro sul fiume Tammaro sebbene Asea monitori il decorso della frana. La prudenzia, diceva Totò, non è mai troppa.
