Il Coordinamento Provinciale di Libera Benevento intende esprimere solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori della Dussmann Service, così come a tutte le persone costrette a subire condizioni di lavoro precarie e sfruttamento. In un momento in cui il diritto a un lavoro dignitoso dovrebbe essere garantito e tutelato, ribadiamo con forza che nessuna comunità può dirsi libera senza il rispetto della dignità dei propri cittadini e delle loro famiglie:
“Non c’è libertà senza un lavoro dignitoso. Non possiamo restare indifferenti difronte al nuovo appello lanciato dalle organizzazioni sindacali in merito ad una vertenza sulla quale già in passato abbiamo fatto sentire la nostra umile voce. Ma questa volta bisogna urlare, difronte alla sordità aziendale.
Non possiamo accettare passivamente che ci siano persone realmente sfruttate solo perché le condizioni e le caratteristiche territoriali purtroppo non offrono alternative. Questo fa sì che ci siano lavoratrici e lavoratori costantemente sotto ricatto, offesi nella profonda dignità.
Ciò si acutizza inevitabilmente in prossimità delle festività natalizie che dovrebbero essere occasione di calore familiare,serenità e speranza verso il nuovo anno.
Sentiamo il dovere morale di esprimere tutta la nostra vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori della DUSSMANN Service, così come a tutte le realtà che vivono condizioni di precarietà e sfruttamento.
Condizioni che espongono le famiglie al rischio del sovraindebitamento, oppure, cosa ancor più grave e spesso conseguenza della prima, cadere nella schiavitù dell’usura.
Ci uniamo alla voce dei sindacati nel chiedere che l’azienda possa rivedere i propri parametri, perché non possono essere sempre al ribasso. Auspichiamo in un incisivo ed univoco intervento di tutte le autorità locali. Della Deputazione Sannita e dei neo Consiglieri Regionali. Ribadiamo con forza che lo sviluppo delle aree interne parte dalla difesa delle realtà economiche già presenti. Una comunità non potrà mai essere libera senza un lavoro dignitoso.”
