“Prevedere un aumento – ha dichiarato il Sindaco Rocco – pari a cinque volte quello stabilito nel concordato rappresenta un atto ingiusto, sproporzionato e del tutto ingiustificato, che non può essere posto a carico dei cittadini. Sul punto, una recente e autorevole pronuncia del Consiglio di Stato – Adunanza Plenaria ha chiarito che non è consentito coprire con la tariffa del servizio idrico i costi derivanti da determinate scelte gestionali, sia nel settore pubblico che in quello privato del servizio idrico integrato (Consiglio di Stato, Ad. Plen., sentenza 7 novembre 2025, n. 16). A ciò si aggiunge che un eventuale aumento, oltre ad essere ingiustificato e illegittimo, determinerebbe un grave pregiudizio per i Comuni del Sannio, i quali, tra pochi mesi, confluiranno nella nuova gestione di Sannio Acque, aggravando una situazione già complessa.
Non può inoltre essere sottaciuto il dato più evidente: i continui disagi subiti dai cittadini sanniti, costretti a fronteggiare un aumento in bolletta senza poter beneficiare di un servizio efficiente, a causa di perdite, guasti e interruzioni che da anni caratterizzano la rete idrica. È indubbio che nel tempo sarebbe stato necessario recuperare i residui attivi, ossia quelle somme certe ed esigibili che l’Alto Calore avrebbe dovuto incassare e che, per una gestione inadeguata, sono invece andate in prescrizione.
Sarebbe dunque più equo, corretto e giustificabile addebitare i costi oggi posti a fondamento dell’aumento a coloro che, negli anni, invece di garantire la sopravvivenza e la solidità dell’ente, hanno amministrato con una visione limitata alla mera quotidianità, senza una programmazione responsabile.Dispiace constatare che il Presidente dell’EIC sannita, abbia votato a favore degli aumenti tariffari, venendo meno alla tutela dei propri concittadini e, soprattutto, abbandonando una battaglia che aveva visto i Sindaci del Sannio compatti e determinati nel dire “no” agli aumenti.
Evidentemente, ciò che per molti di noi rappresenta una vera battaglia per il territorio e per le comunità amministrate, per altri si è rivelato essere soltanto un “passaggio elettorale”, privo di quella coerenza istituzionale che i cittadini legittimamente si attendono.Va inoltre evidenziato che, a seguito dell’ampia e articolata discussione svoltasi in Assemblea, si è proceduto alla sospensione dell’aumento tariffario. In tale contesto, sarebbe stato corretto, trasparente e rispettoso delle prerogative democratiche ritornare in Assemblea per una nuova e approfondita valutazione collegiale della questione.
Anche in questo caso, invece, si è assistito a una mera sospensione di natura elettorale, che non risolve il problema e non offre alcuna garanzia concreta ai cittadini, lasciando irrisolta una decisione che incide direttamente sulla vita quotidiana delle famiglie e degli enti locali. Ribadisco quindi con ancora maggiore fermezza: no all’aumento ingiustificato delle tariffe, sì al recupero delle somme non incassate, da imputare a chi è responsabile di una gestione scellerata, e non ai cittadini










