Si può dire che l’incontro di ieri a Napoli in Regione tra i sindacati metalmeccanici e l’assessore Marchiello sia stato introduttivo rispetto a quanto accadrà a Roma al MIMIT, alla presenza del Fondo proprietario, il prossimo 6 febbraio. Stiamo parlando della vertenza DEMA/CAM che è tornata ad infiammare le cronache in conseguenza dell’accordo di Dema col gruppo Adler, con relativo piano industriale che sacrifica gli stabilimenti di Somma Vesuviana e Paolisi e con i lavoratori che hanno indetto uno sciopero ad oltranza e su tutti i turni di lavoro e nelle ore successive hanno incenato manifestazioni eclatanti come il blocco della circolazione sulla statale Appia a Paolisi.
Un incontro che si potrebbe definire di aggiornamento e di ribadimento delle posizioni sindacali di FIOM, FIM e UILM Campania, Napoli e Benevento che respingono il piano industriale del gruppo Adler che non smentisce, sostengono i sindacati, l’ipotesi della chiusura di Somma Vesuviana e Paolisi che per i metalmeccanici resta inaccettabile.
“E’ stata la resistenza dei lavoratori, con iniziative di lotta, a mantenere vivo e pienamente operativo l’intero gruppo industriale DEMA, tutto meridionale”, recita una nota congiunta a firma di Fiom Fim e Uilm, e per questo si chiede alla Regione di rifiutare “senza se e senza ma” ogni ipotesi di acquisizione che sia contraria ad una logica di mantenimento di tutti i siti campani con la conseguente valorizzazione delle professionalità esistenti.”
Ora l’attenzione è rivolta a giovedi sei febbraio al vertice al Ministero per il Made in Italy quando a Roma, al tavolo ministeriale, sederanno il Governo ed il Fondo proprietario del gruppo. “Ci aspettiamo che come atto preliminare avvenga il ritiro di questa ipotesi scellerata di piano industriale”, tagliano corto i sindacati, e si arrivi ad un accordo che porti a soluzioni alternative che rimettano il gruppo Dema al centro di un vero e proprio rilancio produttivo ed occupazionale, passaggio fondamentale per la nostra regione e per l’intero settore dell’aerospazio. Ogni tentativo di speculazione sulla pelle dei lavoratori”, chiude la nota dei metalmeccanici, “sarà respinta con determinazione e con iniziative di lotta dei lavoratori dell’intero gruppo.”