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“Dalle Langhe a Giarabvub” il libro di Cappone e Zerrillo

“Dalle Langhe a Giarabvub” il libro di Cappone e Zerrillo

30 Maggio 2025 | by redazione Labtv
“Dalle Langhe a Giarabvub” il libro di Cappone e Zerrillo
Cultura
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Domenica 15 giugno, alle 18.00, presso l’Auditorium di San Bernardino di Morcone, è in programma la presentazione del libro “Dalle Langhe a Giarabvub” di Massimo Cappone e Antonio Zerrillo, rispettivamente Primo capitano commissario del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, e Generale di Brigata dell’esercito in congedo.

Dalle Langhe a Giarabub nasce per caso, leggendo le memorie del comandante del presidio nella celebre oasi, il colonnello Salvatore Castagna, edite da Longanesi, negli Anni Cinquanta, col titolo La difesa di Giarabub.

Dal cognome del cappellano, Blengio, tipico delle Langhe albesi, in Piemonte e da quello del direttore dell’ospedale da campo, Della Valle, la cui vicenda, per ragioni familiari, era in parte nota ad uno degli autori, iniziano le ricerche che porteranno alla scoperta che il cappellano era un giovane sacerdote di Levice, sulle Langhe ed il direttore del piccolo ospedale un apprezzato medico di Alba, in provincia di Cuneo.

Emerge rapidamente, così, grazie alla documentazione acquisita ed all’aiuto dei familiari e della congregazione del religioso, la storia dei protagonisti di questa straordinaria vicenda.

La nipote del dottor Della Valle, inoltre, ha messo a disposizione una cinquantina di foto scattate dal nonno, del tutto inedite, che costituiscono – insieme alla pregevole prefazione del noto storico di fama nazionale Aldo Alessandro Mola – l’aspetto più qualificante di questo volume.

Seguendo le vicissitudini dei due ufficiali, il racconto esce dalle Langhe e dal Piemonte per estendersi a tutt’Italia, raccogliendo i ricordi di quanti intrecciarono le loro esistenze, in quei tragici frangenti, con quelle del medico e del cappellano.

E così, vola alle sponde pavesi del Po, a raccogliere la storia di Terzo Cova, la cui testimonianza fu ripresa dall’amico fraterno Gianni Brera, nel dopoguerra il più grande giornalista sportivo italiano.

Da qui, alle colline marchigiane, ove incontra Francesco Rocchi e la toccante storia dl un figlio che gli corre incontro chiamandolo papà, che conosce soltanto al ritorno dalla prigionia, cinque anni dopo. Giunge, poi, in Sicilia, ove, dalla natia Caltagirone, partì il leggendario comandante, il colonnello Salvatore Castagna.

Infine, si posa sui verdi rilievi dell’Appennino Sannita, alle falde di quel Massiccio del Matese che fu l’ultima roccaforte dei Sanniti, che morirono pur di non arrendersi ai Romani.

Qui, nella sua Morcone, riposa Oreste Verardo, degno erede di quei valorosi guerrieri, primo Caduto dell’ultimo assedio di Giarabub, Medaglia d’Argento al valor militare, alla Memoria.

E’ la parte più commovente di questa storia: Oreste è l’unico, tra i protagonisti delle vicende narrate, a non aver potuto riabbracciare, seppur dopo anni di prigionia ai quattro angoli del mondo, la sua famiglia ed i suoi affetti, a non aver potuto rivedere i boschi, i torrenti, i monti del suo amato Sannio.

Rimase avvolto tra le sabbie del deserto africano, prima che mani pietose ne riportassero, finalmente, le Spoglie a casa. E così, in un solo, grande abbraccio, tutta l’Italia, dal Piemonte, alla Pianura Padana, ai colli ascolani, alla Sicilia, al Sannio, diventa protagonista di questa eroica ed incredibile tappa della Storia, prima che – come nella citazione di Marcello Veneziani a premessa dell’opera – se ne vada via, a passi scalzi, nella notte.

Non prima, però, di essersi inchinata ai Caduti ed ai Reduci di Giarabub, soprattutto a quelli che non tornarono e che caddero tra le sabbie roventi, sconvolte dal Ghibli.

A loro. mentre tutto il racconto è accompagnato dalle malinconiche ed evocative note della canzone che celebrò quei fatti lontani, la struggente “Sagra di Giarabub”, scritta da Alberto Simeoni ed Alvaro de Torres e musicata da Mario Ruccione – e soltanto a loro, è dedicato, infatti, questo modesto lavoro.

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