Nel centrodestra in atto una sorta di piccolo psicodramma circa il nome da scegliere per contrapporlo a quello di Roberto Fico. Parliamo delle Regionali campane in vista delle quali lo schieramento di governo appare quanto meno diosorientato. Si rincorrono le voci di un vertice romano di cui non vi è alcuna certezza e lo stesso ministro Salvini, oggi a Ponte per l’inizio del traforto del potabilizzatore, appare forse rassegnato dalla mancanza di idee sulla scelta del nome e ironizza
Scartata l’opzione politica, Cirielli sembra essersi defilato, resta in piedi quella tecnica. E allora salgono le quotazioni di Giosy Romano ma anche in questo caso si naviga a vista.
Nel frattempo Mastella si organizza. La tavolata di ieri sera a Ceppaloni ci riconsegna un mastellismo totalmente coeso. Tutti presenti per gustare la pizza e per sostenere Pellegrino Mastella che sarà a capo della lista “per dare forma e sostanza ad un’identità e a una storia politica e ai valori della gloriosa tradizione cattolico-democratica”, dice Mastella padre, che ribadisce la formazione di una lista che avrà una propria “autonomia e identità politica definita”. Pellegrino dal canto suo ha affermato con forza la sua alterità dalla figura paterna e non potrebbe essere che così.
E così ancora una volta Mastella ha ancorato attorno al crisma familiare i destini delle sue truppe. Tutti hanno inteso bene che il prosieguo di Mastella sulla scena politica passa attraverso l’elezione di Pellegrino o quanto meno una ottima prestazione elettorale e quindi anche le loro sorti, piccole o grandi che possano essere. Un concetto sottolineato assai chiaramente da Fransceso De Pierro, uno dei delusi, è vero, ma che si è convinto che in ballo c’è l’uscita di scena ed è una soluzione che nessuno prende in considerazione.