In attesa della ufficialità di Edmondo Cirielli che tarda ad arrivare ma non è più soltanto aleatoria. Sarà lui a condurre il centrodestra all’assalto del Campo Largo, un’impresa che si presenta molto complicata ma che si è deciso, da parte della compagine di governo, di affrontare politicamente senza deleghe tecniche. Delega tecnica che avrebbe fatto molto piacere a Forza Italia che spara a pallettoni ormai da qualche giorno.
Fratelli d’Italia nel mirino. Per Fulvio Martusciello “la lista del presidente deve contenere espressioni della società civile e non può essere il lazzaretto dove dare ricovero agli impresentabili di Avellino o Benevento”, indicando in Gianluca Festa, ex sindaco di Avellino e Mastella e il suo movimento i casi emblematici per i quali non ci può essere posto nel centrodestra. “Al massimo lo facciano in Fratelli d’Italia”, chiosa velenoso il coordinatore regionale degli azzurri.
Tuttavia, la cosa politicamente nuova è la risposta di Noi di Centro affidata a Pellegrino Mastella che fa così il suo esordio nella polemica politica di questo prologo di campagna elettorale. “A Martusciello nessuno ha chiesto nulla, né a nessun altro e non ve ne è la minima intenzione, dice Mastella Jr. Che poi conclude. “Mai avuta nessuna intenzione di candidarmi con loro, nessuno li ha chiamati, nessuno se li è soffiati”, definendo Forza Italia “parodia del centro” al loro cospetto che sono la storia del centro.
Che Fulvio sappia qualcosa di clamoroso sconosciuta a tutti noi? Sarebbe davvero molto interessante. C’è però da rilevare che i fendenti di Martusciello non cadono a caso. Quel “lo facciano in Fratelli d’Italia” appare sibillino assai, un’accusa al partito della Meloni, specialmente dalle nostre parti, di avere avuto flirt continui con Mastella nel corso di questi anni. Appare chiaro, quanto meno, che la discesa in campo di Cirielli, al di la della rappresentanza alle Regionali, abbia come obiettivo eliminare proprio queste ambiguità costringendo i maggiorenti del partito campano a mettersi in discussione candidandosi. Che è da noi la soluzione la meno gradita a Domenico Matera che comunque è costretto a provarci se avrà velleità di riconferma al Parlamento nel 2027.
Eufemisticamente diplomatico è il segretario provinciale del partito della Fiamma Agostinelli che esclude la candidatura di Matera.