Bonavitacola e il suo secco no a parlare di politica. Eppure l’incontro di ieri alla Rocca per affrontare i nidi della legge regionale sui parchi è sembrato anche o soprattutto un rassemblemant deluchiano in territorio non ostile, quello della Rocca, e il siparietto lontano da occhi e orecchie indiscrete nella sala giunta, non più di venti minuti, un momento di chiarimento che non poteva essere che politico.
D’altra parte Bonavitacola resta il plenipotenziario di De Luca e probabilmente manterrà il suo ruolo di vice proprio nella giunta che verrà nello spirito di quel patto che lega il Governatore uscente a quello che si presume sia l’entrante e cioè Fico.
Non a caso si sono visti volti da sempre vicini a De Luca, Mortaruolo a parte; quello per esempio di Stafania Pavone che proprio con Mino potrtebbe formare il tandem deluchiano nella lista “Campania a Testa Alta” nel Sannio. Lista che non conterrà il nome De Luca, secondo il compromesso raggiunto con Fico che De Luca ha definito “corretto e positivo per garantire alla Regione Campania di andare avanti senza che nessuno si perda”. De Luca s’attende in cambio maggiore disponibilità dal candidato presidente in matria di codice etico sulla composizione delle liste.
E nel frattempo prime avvisaglie di scintille tra Fico e Cirielli e il terreno è quello dell’acqua pubblica. La Regione lancia un bando destinato a ridisegnare il futuro dell’acqua; una maxi-gara da quasi 5 miliardi di euro per affidare la gestione del sistema acquedottistico regionale per i prossimi 30 anni. La pubblicazione del bando arriva nel pieno della campagna elettorale e Cirielli punta il dito contro la gestione decennale del centrosinistra. “Oggi l’acqua non è in mani pubbliche ma nelle mani del Pd”, ha tuonato il candidato del centrodestra che accusa Fico di scoprire la bandiera dell’acqua pubblica, dopo aver scelto di candidarsi con il sostegno dello stesso partito che ha creato il disastro che viviamo”.
