Il sondaggio Ipsos apparso sul Corriere della Sera e le ripercussioni sulla campagna elettorale per le Regionali. I dati danno Roberto Fico, il candidato del centrosinistra, avanti di dieci punti percentuali sul rivale Cirielli del centrodestra; 53 a 42,5% e la coalizione di centrosinistra in leggero vantaggio sul candidato 54,4%, mentre quella di centrodestra si ferma al 41,4 ed è leggermente al di sotto del proprio portacololori.
Tra i partiti primeggia in assoluto il Pd che si conferma il primo in Regione con 19,5%, più 2,6% sui dati del 2020. Dietro c’è Fratelli d’Italia al 15, aveva il 6 cinque anni fa, Forza Italia al 12,6, vantava un magro 5,2 nelle predenti consultazioni. Il 5 Stelle è attestato al 10,1%, sostanzialmente in linea col daro 2020, De Luca al 6,5 la Lega al 4,1, AVS al 3,6, Mastella al 2,9
Appare ovvio che si tratta di proiezioni ma cominciano ad avere una connotazione sempre più calibrata anche perchè siamo a poco più di due settimane dalle urne e i dati si approssimano ad essere credibili. I Socialisti, per ora, sono sotto la soglia e anche Noi di Centro è a forte rischio sebbene dagli ambienti mastelliani arrivino altri sondaggi che innalzano il movimento al 3,8%.
Tra le file mastelliste serpeggia comunque un certo ottimismo circa la elezione di Pellegrino Mastella, magari coi resti a Napoli, ma è vero anche che più ci si avvicina alle urne e più il voto si polarizza attorno ai grandi partiti a detrimento delle piccole formazioni. Languono le liste di riferimento dei candidati. Sia quella che fa capo a Fico che quella che spinge Cirielli mostrano debolezza; 4 a Fico, 3 a Cirielli con il primo che sostanzialmente non trascina il partito che, ad ora, guadagna pochissimo rispetto al dato del 2020, solo lo 0,2%.
Il dato relativo all’affluenza alle urne. Il 55% segnala chi sicuramente o probabilmente voterà, mentre il 45% quelli che sicuramente o probabilmente non adranno a votare, dato che resta altissmo e che la dioce lunga sulla disaffezione dei cittadini rispetto alla classe politica.
Altro aspetto interessante è quello del voto disgiunto, possibile in base alla legge elettorale campana, e che potrebbe essere uno strumento assai utile per quelle compagini che mostrano la corda. Ma in quel caso la questione assume connotati più spiccatamente politici e anche tattici e la condicio sine qua non è una forbice assai stratta tra i due poli, cosa che al momento non appare all’orizzonte.