Non c’è dubbio alcuno: Clemente Mastella è l’unico vero vincitore di questa tornata elettorale. Il suo naso è ancora finissimo, il suo acume, quello poi, non lo ha mai perso e lo ha saggiamente condotto in queste giornate frenetiche. Lo aveva tradito però nelle ultime due elezioni e questo aveva fatto presagire l’inizio del viale del tramonto per lui; due mazzate che però lo hanno riportato alla realtà e gli hanno permesso oggi questo autentico capolavoro di tattica elettorale. Gli va riconosciuta la sagacia e da una tribuna che non gli è stata mai tenera ma che oggi non può non riconoscergli che non ne ha sbagliata una e ha condotto il figlio al successo e non era affatto scontato.
Certo si potrà dire che l’astensionismo è altissimo, che certe pratiche di raccolta del consenso avvalendosi del potere che si esercita sono deprecabili, ma chi gestisce il potere non ne è esente, che troppo spesso la commistione tra politica ed amministrazione è ridottissima, tutte cose giuste ma il dato saliente è che Mastella riesce e ancora molto bene a parlare alla gente senza filtri, rappresenta un punto fermo in un contesto che si diluisce e si spacca. E’ l’antico che resiste, il pragmatismo che non ha alcuna esigenza dottrinale, l’anima di una DC di cui ancora la gente si fida. Questo, a nostro avviso, è Mastella. Niente idealismi o ghirigori culturali, alla soglia degli ottanta è ancora il maestro delle campagne elettorali, il tattico, il furbo, lo scaltro. L’uomo dalle mille entrature, da salotto televisivo alto, al quale si chiede un giudizio e gli si riconosce nobiltà di percorso.
Ed ora passa all’incasso. Davanti a lui il PD del Sannio subisce una sconfitta pesantissima, quasi epocale, e non elegge il segretario provinciale, il grande ostacolo al quasi totale ricongiungimento del centrosinistra anche nel Sannio che cade rovinosamente e che ora farà molta fatica a incarnare l’antimastellismo duro e puro. E Mastella lo sa bene. Nel discorso agli astanti dell’Hotel Traiano lo dice chiaro che la regola regionale deve essere anche quella locale ed ora non si limita a chiederla ma la esige perchè lui è maggioranza in città e in provincia e i suoi avversari annaspano.
Il quadro politico è ancora scosso e a freddo si calcoleranno meglio le dimensioni di questa vittoria inopinatamente larga. Ma una cosa è certa; le fiches in mano ce le ha Lui, è Lui il mazziere delle prossime urne, le carte le da Lui. E le alleanze potrebbero anche essere variabili, perchè no, non è detto che seguano uno schema preciso ma il timone è nelle sue mani, questo è certo. Il figlio eletto assessore e la moglie candidata a Palazzo Mosti? Sembra un azzardo ma non lo è. La famiglia, il brand come lui stesso l’ha definita, è in piena salute e si è allargata e non ci sono più prove da superare e questo vuol dire che molti tasselli andranno naturalmente al loro posto per il perpetuarsi del marchio. Gli altri? No trips for cats.