Riflettori accesi a destra. Fino ad ora la prestazione politica ed elettorale dei partiti del centrodestra è stata leggermente offuscata dalla possente prova elettorale di Mastella e la relativa sconfitta del PD ma adesso è tempo di approfondire la loro performances che, per quanto riguarda Fratelli d’Italia è valsa quanto meno a non aprire una seria riflessione interna sulla gestione “materana” del partito. E Matera la svanga anche grazie alla più che positiva prestazione di Mario Ferraro, i voti della Clemente non appartengono del tutto ai meloniani, anzi, Ferraro che sfiora l’elezione anche in conseguenza di alcune anomalie “tipografiche” che sembrerà una boutade ma non lo è hanno finito per confondere gli elettori del centrodestra e forse inficiare il successo dell’ex presidente dell’Ance di Benevento.
Matera comunque incassa la benedizione di Via della Scrofa che lo teneva sotto osservazione; non sfrutta l’onda lunga meloniana, che tanto lunga più non è, ma si rafforza e si piazza terzo nel computo complessivo, con buon margine sul derelitto PD; neutralizza le ambizioni di Nicola Boccalone, che ambiva più a scalare il partito in nome della vecchia leadership missino-alleatina che aspirare davvero ad un seggio a Napoli. Insomma, Fratelli d’Italia procede.
Mimmo parla di una alleanza del centrodestra più che solida, in riferimento alla non semplice relazione con Forza Italia che ha soffiato il seggio su cui Matera in modo onesto sgombra il campo da conteggi e riconteggi. “Il dato che ci interessa è politico, al resto non diamo considerazione”, dice, a meno che le cose non siano di sesquipaedali. Il voto e le ripercussioni in città. Qui il senatore non fa voli pindarici e pur guardando con favore alle prestazioni mastelliste riflette sull’unità del centrodestra, tutta però ancora da stabilire.
