Clemente Mastella, si sa, è un tipo che ama confondere con dichiarazioni che sanno di boutade ma non troppo. Quella rilasciata al Corriere della Serra, non l’ultimo giornale italiano, non si sa fino a che punto è stata una battuta. “Se le porte in giunta sono aperte, come sembra, ai segretari nazionali e agli ex ministri, il capo di Noi di Centro sono io, dunque metto sul tavolo anche il mio nome e la mia storia”.
Che detta così assomiglia molto ad una autoproposizione. Mastella assessore? Macchè, sono altre le prospettive del sindaco di Benevento, prospettive da sette colli ed uno in particolare, altro che Centro Direzionale. Non gli dispiacerebbe affatto terminare da dove tutto cominciò ma la cosa non cozza affatto con la sua attuale carica di Primo Cittadino beneventano che gli consente, ora in misura maggiore, di gestire meglio le sorti in vista degli appuntamenti elettorali locali. Appare ovvio che si affretti a smentire quella che definisce “una semplice provocazione dialettica” e che preferisce essere come Cesare essere primo nelle Gallie beneventane che secondo a Roma.
Ma lui al secondo posto romano non ci è abituato e d’altra parte il brand familiare, come ha detto lui, non ammette piazze d’onore.