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Dal Taburno a Via Annunziata, il Campo Largo che fa paura a Matera

Dal Taburno a Via Annunziata, il Campo Largo che fa paura a Matera

21 Dicembre 2025 | by Enzo Colarusso
Dal Taburno a Via Annunziata, il Campo Largo che fa paura a Matera
Politica
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Tra Fratelli d’Italia e mastellismo va in scena un inedito quanto divertente scambio di battute. Gli spin doctors di Mastella hanno incrociato le loro lame affilate niente meno che con le falangi “materiste” che nella conferenza stampa di questa mattina, rigorosamente di sabato, avevano inopinatamente posto l’accento su quanto avvenuto alla Comunità Montana del Taburno. Lì è stato sfiduciato “costruttivamente” il presidente Caporaso, fratellista, laddove lo scorso 28 luglio lo stesso Caporaso era stato sostenuto con una maggioranza di sette consiglieri.

“Hanno operato un vero e proprio blitz, benchè Caporaso goda ancora della maggioranza, ma il dato politico, afferma duro Matera, è che dobbiamo prendere atto che alla Comunità del Taburno il PD ha abiurato alla sua linea antimastellista e abbia deciso di mettersi ai piedi di Clemente Mastella anticipando il Congresso di gennaio che con molta probabilità sancirà la nuova impostazione politica dem”, tuona il senatore della Fiamma.

Che si spinge oltre e parla di “settima traditrice” che sta tentando di sovvertire la maggioranza che governa la Taburno. “Caporaso,  dice Matera, aveva espresso la disponibilità a farsi da parte nell’interesse di una governance più robusta del territorio ma appare inaccettabile la metodologia del settimo traditore per garantire le maggioranze”. Matera allude ad una consigliera che potrebbe provenire dall’area Gota e non sarebbe affatto sorprendente. “Ho parlato con i maggiorenti mastelliani e ho detto loro che queste scenografie non fanno altro che alimentare la sfiducia degli elettori per cui la politica si svilisce in seguito a comportamenti del genere”.

Matera non è un allocco e questo è lapalissiano. Egli da un lato dice che con i tradimenti non si fa politica e il tradimento, sempre che abbia ragione lui e che ne abbia bene individuato la provenienza, non sta dalle parti di Viale Mellusi; eppure incalza i dem che probabilmente avranno avallato una situazione del genere ma non pare che ne siano stati gli esecutori materiali. Insomma scarica sul PD il suo sferzante sarcasmo ma evita di farlo su Mastella, cui rivolge l’appello invece ad evitare di assoldare traditori, sempre che ed è utile ribadirlo, dal mastellismo proverrebbe il colpo basso, e alla domanda se la “vendetta tremenda vendetta” sia consumabile tra pochi giorni in Consiglio provinciale, si votano due variazioni al bilancio preventivo, sgombra il campo da dubbi e perplessità. “Nessuna ritorsione, si va avanti fino a fine febbraio col governo istituzionale”.

Ironia della sorte a rispondere subito a Matera non sono stati i Dem bensì Mastella. In una nota Noi di Centro, questa volta è toccato al Coordinamento provinciale la facoltà di facondia, i mastellisti “bacchettano” Matera comprendendo taglienti il rosicamento per gli esiti delle ultime consultazioni elettorali ma esprimono fermezza nel respingere le di lui allusioni definendole “espressioni irrispettose e sgrammaticate”. Ora, Matera non ha fatto riferimento pubblicamente a Mastella, non ha detto che la “settima traditrice” sia mastelliana. Ha solo esortato quella parte a non prestarsi a manovre del genere. L’opera di snidamento del o della responsabile è compito della stampa, quando c’è, ma da lui non è arrivato alcun riferimento a Noi di Centro. E se ha parlato privatamente con Forgione o con qualche altro esponente di Mastella quello è stato un ragionamento offline. E allora non si capisce il motivo per cui intervenga il Movimento di Noi di centro nel più classico degli “excusatio non petita, accusatio manifesta”…

Appare come un gioco degli equivoci. Matera probabilmente teme davvero il cambio in corso d’opera del PD locale verso Mastella perchè, probabilmente, ne intravvede i prodromi di una convergenza che lo taglia fuori da quelle geometrie variabili che si agitano attorno alle prossime amministrative.

Dato per scontato che l’unità del centrodestra è da scartare come ipotesi perchè, per ora, non esistono le condizioni politiche per realizzarlo, è opportuno mettere i paletti all’unica vera palingenesi politica possibile sul territorio: l’estensione del campo largo anche da noi con la caduta del veto decariano e coi decaristi obbligati a bere la cicuta sino in fondo.

 

 

 

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