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Voto all’Asi, Vignola: “C’è chi ha operato per dividere il Pd, è stato un fallimento politico. Ora saremo più attenti”

Voto all’Asi, Vignola: “C’è chi ha operato per dividere il Pd, è stato un fallimento politico. Ora saremo più attenti”

26 Maggio 2021 | by Redazione Av
Voto all’Asi, Vignola: “C’è chi ha operato per dividere il Pd, è stato un fallimento politico. Ora saremo più attenti”
Politica
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(alca) – Sono caduto per difendere il PD alla Provincia e così è stato all’Asi, sono caduto sotto i colpi di chi ha tradito, costruendo alleanze trasversali che hanno diviso il partito”. Il sindaco di Solofra, Michele Vignola, analizza il voto al Consorzio per le Area di Sviluppo Industriale di Avellino e la fase precedente all’assemblea di venerdì scorso che ha portato all’elezione del primo cittadino di San Martino Valle Caudina, Pasquale Pisano sostenuto da Maurizio Petracca, Enzo Alaia, Rosetta D’Amelio e dall’ente Provincia. In qualità di coordinatore irpino di Area Dem, la fascia tricolore conciaria, questa mattina, ha convocato una conferenza stampa nella sede del Pd provinciale di via Tagliamento ad Avellino. L’obiettivo è stato quello di fare chiarezza su alcune questioni e sgomberare il campo da dubbi e illazioni.

Prima di tutto la conferma della volontà di andare al più presto al congresso e di sostenere l’avvocato Nello Pizza, quale nuovo segretario. Poi una precisazione politica: “I miei riferimenti – spiega Vignola – sono il consigliere regionale del PD e il governo della Regione Campania. Non parlo di Italia Viva, è un altro partito. Ho presentato delle linee programmatiche per l’Asi ma non c’è stato modo di confrontarsi con nessuno. Al momento del voto nessuno parlava per presentare le candidature. Io non mi sono candidato ma mi sono messo a disposizione del PD, come sempre, da uomo di partito. Ma rispetto all’assemblea dell’Asi ho riscontrato l’inerzia dei consiglieri regionali, e non solo, ad aprire un ragionamento nei giorni precedenti. Poi un cospicuo numero di sindaci mi ha coinvolto in un chiaro quadro politico di centrosinistra. Quando si perde per 3 voti (19 a 14), però, bisogna analizzare quanto è successo. Di certo mi hanno votato 6 sindaci del PD, 2 di centrosinistra e 5 popolari, tutti per questioni legate strettamente all’Asi e alle sue prospettive. All’assemblea, però, ho visto che, ad esempio, il presidente della Provincia, Domenico Biancardi, era preoccupato solo dei voti e non dell’ente. Così come altri. Ho chiesto fino all’ultimo un incontro dei sindaci Pd e poi un confronto con tutti quelli del centrosinistra. Ma non c’è stato verso. Perché non si è fatto? Qualcuno che già aveva deciso lo ha voluto sabotare”.

Un passaggio è dedicato ad un ipotetico appoggio del presidente della giunta regionale in favore del suo avversario. “A me risulta che da De Luca – continua Vignola – non è arrivata nessuna indicazione, se non quella che il presidente doveva essere una chiara espressione del PD ed io sono tra i fondatori del Partito Democratico”.

L’attacco è rivolto, invece, a chi ha allestito la cordata politica e che anche se Vignola non nomina lascia intendere si tratti di Petracca. “Chi guida un processo all’interno del Pd – aggiunge – deve mettere insieme non dividere, questo è l’ennesimo fallimento dei democratici non la vittoria del vero PD”.

E ancora, rispetto al presunto asse in suo favore tra De Mita e De Caro dice: “Vogliamo parlare di De Mita, chi può farlo in questa provincia. Oggi scopriamo un anti-demitismo diffuso anche da parte di chi era con lui nell’Udc. Io ho sostenuto dall’inizio De Luca, dal 2010. Come è possibile che l’interlocutore di Area Dem va bene solo per fare le liste, e poi altri vanno fuori provincia per fare gli incontri sulle spartizioni delle poltrone? Perché dividere? Perché non c’è stata la nomina contestuale del rappresentante della Regione, effettuata sempre prima? Come si può pensare di lasciare fuori Flumeri e Ariano che sono centrali nello sviluppo sulla Na-Ba e della Piattoforma logistica collegata? E perché il riferimento di Melito Irpino, invece, è rimasto? Non è stato applicato, dunque, un criterio di discontinuità. Ricordo che il presidente di Confindustria De Vizia aveva lanciato in più occasioni un grido d’allarme a non mettere bandierine anche sull’Asi. Io fino al momento del voto non ero candidato ufficialmente, di fronte al niente, però, non potevo lasciare soli quei sindaci che mi proponevano. Prova ne è che la mattina del voto non avevamo neanche la terna dei consiglieri per il direttivo”.

Infine, una sorta di appello: “Ci avviciniamo alle amministrative e alle provinciali, vogliamo fare di nuovo riunioni ufficiose e poi comunicare i risultati agli altri in un secondo momento? Continuare senza rappresentanti e riferimenti certi produce solo disorientamento. Area Dem sarà molto più attenta per i prossimi appuntamenti e con un profilo più critico. Se c’era un problema di appartenenze a questa o quella corrente, bastava dire ufficialmente che Area Dem aveva già espresso il presidente dell’Alto Calore. Un ente che tre anni fa era fallito ma noi trovammo un tecnico che era il presidente del collegio sindacale, Michelangelo Ciarcia e che sta cercando di risanare la partecipata. Acs, e lo dico da coordinatore del Consiglio di Distretto idrico “Calore Irpino”, non lo voleva amministrare nessuno. Ora la situazione sta migliorando. Ciarcia, infatti, giovedì è stato confermato dai sindaci, non dalla politica, per quello che ha fatto. Per quanto mi riguarda confermo la mia collaborazione al presidente Pisano che ha ripreso alcuni dei temi che avevo toccato nel mio intervento. Area Dem porterà avanti il tema della necessità del congresso provinciale e sosterrà convintamente Pizza”.

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