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Avellino| Rottura Nargi-Festa, la sindaca: ho subito diktat dal primo giorno, mi vergogno di una maggioranza che dice che ora ho 20 giorni per ritrattare

Avellino| Rottura Nargi-Festa, la sindaca: ho subito diktat dal primo giorno, mi vergogno di una maggioranza che dice che ora ho 20 giorni per ritrattare

18 Giugno 2025 | by Redazione Av
Avellino| Rottura Nargi-Festa, la sindaca: ho subito diktat dal primo giorno, mi vergogno di una maggioranza che dice che ora ho 20 giorni per ritrattare
Politica
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Dopo un’intensa discussione politica che, oltre ai numeri del bilancio, ha analizzato questi primi 10 mesi di amministrazione Nargi, le capogruppo di “Viva la libertà” e “Davvero, rispettivamente Teresa Cucciniello e Giovanna Vecchione, annunciano all’aula il voto contrario dei loro gruppi al bilancio consuntivo 2024. È questo il momento clou del Consiglio comunale di Avellino, chiuso poco prima delle 19.30, che segna, probabilmente la fine prematura dell’amministrazione guidata da Laura Nargi.

Amministrazione che, a meno di novità nei tempi di legge, potrebbe essere ricordata per essere caduta sul rendiconto economico-finanziario. Adesso, dalla comunicazione della prefettura, scatteranno i canonici 20 giorni per cercare di ricompattare la maggioranza e ottenere l’approvazione del documento contabile. Ma le premesse sono tutt’altro che incoraggianti.

La seduta consiliare, infatti, prima della conta dei voti per appello nominale – 18 contrari (“festiani”, centrosinistra e Rino Genovese) e 13 favorevoli (Siamo Avellino, Coraggio Avellino, Forza Avellino e Moderati e Riformisti) – ha registrato la dura reprimenda della stessa Nargi nei confronti delle due capogruppo, dell’ormai ex alleanza civica.

“Ancora non ho capito le motivazioni del voto contrario – ha detto la fascia tricolore – anche se è dall’inizio del mandato, che è venuto meno proprio dalla maggioranza, in questa aula, il rispetto nei miei confronti e nei confronti della città che per mesi ha sofferto i riflessi del caso giudiziario che ha interessato il Comune (Dolce Vita).

Questo è un modo di fare politica che non mi appartiene, utilizzare mezzi e mezzucci per raggiungere uno scopo, credo che invece ci voglia lealtà. Non si riconosce un sindaco? Si dica chiaramente perché. La verità è che questa situazione è iniziata da subito”.

Da qui la sindaca, visibilmente emozionata, ha ricostruito per episodi salienti la sua avventura amministrativa scandita dai diktat “festiani”: “Il 6 novembre mi si dice che dovevo far fare le valigie agli assessori tecnici, professionisti di un certo livello per fare spazio ai consiglieri eletti… Poi arriva l’apertura del tunnel, inaugurazione durante la quale sono stata beffeggiata… e ho porto l’altra guancia. Il 23 dicembre ho cercato nuovi motivi di coesione nominando 7 assessori riferimenti dell’ex sindaco Festa, dopo che già aveva ottenuto il presidente del Consiglio…”

Insomma, una serie di piccole crisi di maggioranza legate esclusivamente alle poltrone, secondo il racconto della prima cittadina che continua: “Successivamente, lo abbiamo sentito tutti, “io ti anniento, quando ci sono io tu scompari, etc”, il momento di delirio. E anche su questo ci sono passata sopra. Ma era già evidente che l’obiettivo era di mandarmi a casa, nonostante avessi accettato di seguire il gruppo di maggioranza relativa. Mai avrei pensato a un voto negativo sul bilancio”.

E ancora: “Poi è arrivato il 10 aprile con la mozione sul preventivo, dopo tante riunioni fatte per spiegare la strategia sulla visione della città. Ma anche i revisori dei conti non le hanno approvate. Superato lo scoglio, mi sono trovata senza una giunta, dopo che ero rimasta sola senza una maggioranza, sottraendomi addirittura due consiglieri dal mio gruppo. Mi è stato detto che ero la minoranza della minoranza. Hanno chiesto la testa di Scaletti, o di Bilotta. Una richiesta dopo l’altra. È stata sempre una caccia a quel sindaco scomodo che voleva rispetto e non lo ha avuto. Un sindaco che per le mani ha 150 milioni di fondi per interventi, opere e riqualificazioni che ora diventano a rischio: Quattrograna, via Francesco Tedesco, Picarelli, ex Isochimica, etc… Mi vergogno di una maggioranza che dice che ho 20 giorni per ritrattare. È tutto così emotivamente toccante”.

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