La Campania sta affrontando una grave crisi produttiva nel comparto corilicolo. La campagna 2025 è segnata da un drastico calo sia quantitativo che qualitativo della produzione di nocciole, con pesanti ricadute economiche per le aziende agricole del territorio.
Le cause sono molteplici: un inverno con pochissime ore di freddo – indispensabili per un’adeguata fioritura – unito alla scarsità di piogge nei periodi cruciali, alle temperature eccezionalmente elevate tra maggio e giugno e a una diffusione incontrollata della cimice asiatica, aggravata da altre avversità fungine, batteriche e virali.
“Il cambiamento climatico sta mostrando i suoi effetti. Può sembrare uno slogan, ma purtroppo per il comparto corilicolo campano è una realtà che si ripete da anni – dichiara la direzione di AOA –. La nostra regione, tradizionalmente leader in Europa per produzione di nocciole, ha perso il primato quantitativo. Ci resta la qualità, che va difesa con forza”.
AOA – Associazione Ortofrutticoltori Associati – ha avviato un’attività di monitoraggio tecnico per valutare l’entità del danno e individuare le partite di prodotto non colpite. Lo scorso aprile l’associazione ha partecipato a un viaggio studio in Cile, organizzato dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, per confrontarsi con realtà produttive, centri di ricerca e industrie di trasformazione, così da trasferire innovazioni tecnologiche e agronomiche alle aziende associate.
AOA, inoltre, è promotrice di un evento internazionale che vedrà Napoli ospitare, il 25 e il 31 agosto, il gotha mondiale della ricerca sulla frutta a guscio nell’ambito del Simposio Internazionale ISHS, con la collaborazione di università e centri di ricerca italiani e stranieri.
AOA rivolge un appello diretto alla Regione Campania, sollecitando l’Assessorato all’Agricoltura ad attivare con urgenza una ricognizione ufficiale dei danni e le relative misure per le calamità naturali. L’associazione chiede inoltre di elaborare un Piano Strategico per la nocciola campana, capace di guardare oltre l’emergenza e di sostenere la filiera in maniera strutturale; di rimodulare le misure del CSR con il coinvolgimento diretto delle organizzazioni di produttori; e di rafforzare il sostegno alla ricerca universitaria e alla consulenza agronomica qualificata.
Le aree corilicole campane, spesso situate in territori montani fragili dal punto di vista idrogeologico, non rappresentano solo una risorsa economica, ma anche un presidio ambientale e paesaggistico. Proteggere la nocciola campana significa salvaguardare un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, ancora oggi molto apprezzata dall’industria dolciaria per le sue caratteristiche organolettiche uniche.
AOA ribadisce la necessità di un dialogo costante con le istituzioni regionali e nazionali: “Non vogliamo regole complicate – conclude la direzione – ma strumenti concreti, condivisi e funzionali a garantire il reddito delle imprese agricole e la sopravvivenza di una filiera d’eccellenza”.