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Se l’impianto di videosorveglianza è pubblico, è possibile utilizzare le immagini per individuare i responsabili dell’abbandono dei rifiuti

Se l’impianto di videosorveglianza è pubblico, è possibile utilizzare le immagini per individuare i responsabili dell’abbandono dei rifiuti

15 Settembre 2025 | by redazione
Se l’impianto di videosorveglianza è pubblico, è possibile utilizzare le immagini per individuare i responsabili dell’abbandono dei rifiuti
Attualità
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Con il decreto legge n. 116/2025, entrato in vigore il 9 agosto scorso e da convertire in legge entro 60 giorni, sono state introdotte modifiche rilevanti al Testo Unico Ambientale, al Codice Penale e al D.Lgs. n. 231/2001. Contestualmente, aumentano anche le responsabilità degli utenti della strada, con l’introduzione di sanzioni accessorie sulla patente per scoraggiare gli illeciti commessi con veicoli a motore.

Tra le novità più significative, viene chiarito quando applicare le norme del Codice della Strada e quando, invece, il Testo Unico sull’Ambiente (D.Lgs. n. 152/2006). Per l’abbandono o il deposito di rifiuti non pericolosi, ad esempio, la sanzione pecuniaria passa da un minimo di 1.500 a un massimo di 18.000 euro (contro il precedente intervallo 1.000–10.000). Nei casi più gravi, per i titolari di imprese o responsabili di enti, sono previste pene fino a due anni di arresto o ammende fino a 36.000 euro.

Se il reato è commesso con veicoli a motore, oltre alle sanzioni pecuniarie, è prevista la sospensione della patente da uno a quattro mesi. Una fattispecie ancora più grave è introdotta per lo smaltimento in acque superficiali o sotterranee: in questi casi la pena sale da sei mesi a due anni di arresto o ammende fino a 27.000 euro, con sospensione della patente da due a sei mesi.

Una novità importante riguarda l’uso delle immagini di videosorveglianza: per i rifiuti di piccolissime dimensioni (prodotti da fumo, fazzoletti, scontrini, gomme da masticare), l’accertamento potrà avvenire anche senza contestazione immediata, attraverso i sistemi pubblici di videosorveglianza installati in città o lungo le strade. È fatta salva, in caso di violazioni penali, la possibilità di utilizzare anche immagini estrapolate da sistemi privati.

Il decreto inasprisce inoltre le pene per la gestione non autorizzata dei rifiuti, che diventa delitto e non più contravvenzione. Previste sanzioni più severe anche per violazioni connesse all’omessa tenuta dei registri o alla mancata comunicazione, oltre a sospensioni dall’Albo nazionale dei gestori ambientali e multe fino a 30.000 euro.

L’obiettivo dichiarato è rafforzare il contrasto ai reati ambientali e tutelare salute pubblica e ambiente. Un’attenzione particolare è rivolta alla “Terra dei Fuochi”, area simbolo delle criticità ambientali in Campania, da cui parte un piano nazionale contro lo smaltimento illegale dei rifiuti e i roghi tossici.

Fioravante Bosco, già Comandante del Corpo di Polizia Municipale di Benevento

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