Nell’ordinanza di convalida del fermo, la giudice parla di “ferocia omicida”. Ocone, 58 anni, avrebbe ucciso nel sonno la moglie e poi aggredito i figli. “Dopo aver caricato i due ragazzi in auto, ha provato a far perdere le proprie tracce. Resosi conto che i due figli erano ancora in vita, ha fermato l’auto nella campagna molisana di Ferrazzano. Dice di aver tentato il suicidio, ma di non aver mai pensato di accompagnare i feriti in ospedale”, riporta il quotidiano. Il 15enne è morto durante la fuga.

Davanti ai magistrati della procura di Benevento, diretta da Gianfranco Scarfò, ha dichiarato di aver ucciso la moglie perché voleva “comandare in casa” e di aver colpito i figli perché non voleva “che restassero soli”. Il suo avvocato, Giovanni Santoro, lo descrive come un uomo che “ancora non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha una stabilità psichica. Non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto”.

 Ocone era stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio per depressione e da tempo aveva smesso di assumere le medicine, motivo di frequenti liti con la moglie che lo aveva sempre sostenuto.