Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie può contribuire in modo significativo e non solo simbolico allo sviluppo delle aree interne del Sannio. È quanto afferma il Coordinamento Provinciale di Libera Benevento.
“ Lo hanno dimostrato questa mattina gli alunni dell’IPSEOA di Castelvenere, Presidio scolastico di Libera dedicato alla memoria di “Angelo Mario Biscardi”, con la raccolta delle olive nel terreno confiscato nel comune di Castelvenere. Dalle olive nascerà “ L’olio del bene”.
Un olio che farà (il) bene alle comunità, dei territori, delle persone. Un olio che alimenterà la fiamma della speranza, della pace, del riscatto, della passione civica. Un alimento con grandi proprietà nutritive per le coscienze ed alto valore didattico e pedagogico.
A Castelvenere è in piedi da anni davvero un virtuoso percorso, che vede la sinergia tra scuola, amministrazione comunale e Libera. Davvero un modello di rete che dimostra la bellezza del NOI!! Con la speranza che presto tale sinergia possa trovare anche adeguata copertura finanziaria con i fondi regionali ad hoc destinati al recupero del bene.
L’odierna iniziativa è stata l’anticamera di un’altro evento che il presidio scolastico di Libera vivrà nella mattinata del 17 Novembre. Iniziativa che avrà un respiro nazionale nell’ambito degli eventi promossi da Libera dal titolo “diamo linfa al bene “. Una giornata di riflessione ed approfondimento In preparazione del trentennale della legge 109/ del 96, che consentì di completare il percorso tracciato da Pio La Torre, andando un passo oltre alla confisca, restituendo i beni alle comunità con il loro riutilizzo sociale ed istituzionale. Una giornata propositiva che sfocerà in una campagna nazionale.
IL tema dei beni confiscati, continua la nota di Libera, sarà anche uno dei punti all’ordine del giorno dell’incontro che Libera Benevento ha promosso per domani pomeriggio con i candidati al Consiglio Regionale. “Comunità che cambiano Comunità” è il titolo del documento che Libera propone ai candidati racchiudendo tematiche che mettono al centro del dibattito, la corruzione, l’educazione, il gioco d’azzardo, la memoria, il tema delle dipendenze ed un welfare rigenerativo che passi anche attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Pratiche già ben sperimentate in altri territori campani.
Parlare di beni confiscati alle mafie, conclude la nota, significa parlare costantemente di criminalità organizzata, di come il rischio di infiltrazioni e condizionamenti sono sempre dietro l’angolo. Vuol significare avere sempre i riflettori accesi sul rischio di inquinamento e sudditanza delle coscienze con la percezione sempre più marcata che i diritti diventano favori “lubrificando” meccanismi di corruzione, clientele e malaffare.
Ma l’olio che sarà prodotto dalle olive del bene confiscato di Castelvenere, lubrificherà le coscienze rendendole sempre più libere e forti.