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All’Ufficio Scolastico Provinciale il pensionamento di Attilio Paradiso

All’Ufficio Scolastico Provinciale il pensionamento di Attilio Paradiso

19 Febbraio 2016 | by Anna Liguori
All’Ufficio Scolastico Provinciale il pensionamento di Attilio Paradiso
Attualità
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Dopo 42 anni di impegno lavorativo negli uffici della pubblica amministrazione, per Attilio Paradiso di Pastene è arrivato il momento di andare in pensione. Il 18 febbraio 2016, nell’aula multimediale dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Benevento, in compagnia di tanti amici e colleghi, ha festeggiato il suo compleanno e salutato tutti.

Questo il suo messaggio:

“Quando ho iniziato il mio percorso di vita, ho esordito con un’esperienza collegiale, in seminario, perché volevo diventare missionario, a 10 anni, con grande disappunto dei miei genitori, i quali, in quanto unico maschio tra tante belle donne, mi chiamavano re del cielo. Poi, non per mia scelta, sono stato rinchiuso per 5 anni in un collegio, a Vasto. I primi anni furono davvero tumultuosi, perché per me la libertà conta più di ogni altra cosa. Però, poi mi ci affezionai a quel collegio e soprattutto al rettore, talmente che, dopo solo due mesi dal diploma, scappai per l’ennesima volta da casa e ritornai dal mio secondo padre, grande amico e grande maestro: Don Antonio Moretta! Ne ho fatto tante di fughe nella mia vita adolescenziale. Qua pure ho tentato numerose volte l’evasione; però mi hanno sempre acciuffato e riportato dentro.Qualcuno direbbe che è la forza del destino, ma io sono sempre stato dell’avviso che il destino non ci viene calato da cielo, perchè siamo sempre noi gli artefici della nostra vita e delle nostre scelte. Nel bene e nel male sono riuscito a resistere, sono stato in mezzo e vi ho voluto anche un mondo di bene, anche se di tanto in tanto non l’ho dato a parere!

Ringrazio Voi tutti per la presenza, per la preziosa croce che mi avete regalato e che spero di onorare fino alla fine dei miei giorni. Grazie per l’aiuto che vi avete dato, per i buoni consigli e le manifestazioni d’affetto, come quella di oggi. Se potessi fare ancora qualcosa di buono per voi, per i vostri figli, per la scuola, non mi esimerò e farò volentieri il volontario, anche se in Italia è diventato difficile prestare opera in tal senso.

Con molto affetto Vi sono grato, vi porterò nel cuore, come porto nel cuore la mia famiglia”.

 

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