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Benevento| Corona all’attacco di Abbate: spieghi l’utilizzo dell’acqua del Biferno

Benevento| Corona all’attacco di Abbate: spieghi l’utilizzo dell’acqua del Biferno

7 Ottobre 2019 | by Enzo Colarusso
Benevento| Corona all’attacco di Abbate: spieghi l’utilizzo dell’acqua del Biferno
Attualità
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L’intervista concessa alla nostra emittente dal presidente del CdA di Gesesa Abbate oggetto di nuovo contraddittorio con Altrabenevento. Abbate chiama Corona ad un confronto e sostiene che dalla controparte non c’è volontà di scendere sul terreno del dibattito. Nel frattempo Altrabenevento torna alla carica per quanto attiene la percentuale di acqua del Biferno miscelata a quella dei pozzi della parte bassa della città. “Abbate non spiega in quale percentuale si concretizza questo mix”, dice Corona. “Per effettuare questa operazione l’acqua buonissima delle sorgenti che arriva in città da Gioia Sannita attraverso la valle telesina, può essere prelevata solo dal partitore di San Vitale e trasferita in località Ponte a Cavallo per essere immessa nella rete che dai pozzi di Pezzapiana serve i rioni Ferrovia, Libertà e Centro storico. Dai dati ufficiali pubblicati proprio da GESESA risulta che al partitore di San Vitale vengono destinati solo 30 litri al secondo di maggiore fornitura dal Biferno che rappresenta una percentuale di miscelazione irrisoria”. Corona chiede ad Abbate in che modo vengono utilizzati gli altri 50 litri al secondo di acqua molisana che la Regione Campania fornisce per risolvere la crisi idrica nella parte bassa di Benevento e se sia possibile che una parte consistente sia fornita per produzioni industriali a Pone Valentino attraverso il partitore di Ponticelli. “Possibile che una parte di acqua buonissima di acqua del Biferno viene inviata al serbatorio detto “Gesuiti” sulla collina della Pacevecchia e poi fatta defluire in fogna perché inutilizzata? La maggiore fornitura di acqua dal Biferno sarebbe già sufficiente per chiudere almeno due dei tre pozzi contaminati che invece sono ancora aperti. Abbate svolge un ruolo pubblico, conclude Corona, e quindi deve chiarire come viene sprecata la risorsa idrica pagata dai cittadini”. Corona chiede anche che fine abbiano fatto gli accertamenti sulla presenza di tetracloroetilene nell’acqua servita agli abitanti della parte bassa della città da parte di Arpac l’11 di agosto. “Agli inizi di settembre, subito dopo le nostre ennesime sollecitazioni, l’ARPAC ha reso noti i risultati degli esami effettuati sui prelievi del 6 agosto ai pozzi di Strega Alberti e Incas caffè dove è stata confermata la presenza di tetracloroetilene oltre la Soglia di Contaminazione con l’aggiunta, nel caso del pozzo dell’industria dolciaria, anche di Bromoformio e Clorodibromometano oltre i limite di Contaminazione. L’11 di agosto la Provincia e l’ARPAC hanno effettuato i prelievi in altri due pozzi privati sempre nel rione Ferrovia, ma dopo quasi due mesi i risultati non vengono resi noti. Perché?

 

 

 

 

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