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Coronavirus: 3 i farmaci in via di sperimentazione

Coronavirus: 3 i farmaci in via di sperimentazione

25 Marzo 2020 | by Maresa Calzone
Coronavirus: 3 i farmaci in via di sperimentazione
Attualità
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In questo momento  di piena emergenza si cercano certezze,la gente si  affida  a qualunque mezzo per trovare rassicurazioni in merito alla guarigione da Covid-19 sperando soprattutto nella ricerca. Sul web si susseguono anche una serie di false notizie è quindi opportuno ricordare che attualmente almeno nel nostro Paese, i farmaci (già esistenti ) e in via di sperimentazione sui pazienti affetti da nuovo coronavirus sono quelli che  l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato, dando  il via libera all’impiego sperimentale. Tra i protocolli in uso in questo momento troviamo il  Tocilizumab, un farmaco solitamente utilizzato nel trattamento dell’artrite reumatoide.La sperimentazione come si ricorderà è partita dall’Ospedale Cotugno di Napoli in associazione con il Pascale, che ha visto in prima linea tra gli altri il prof. Paolo Ascierto. Lo studio dovrebbe terminare entro la metà del mese di maggio,e parte dai risultati di un’esperienza resa nota da ricercatori cinesi secondo cui il Tocilizumab avrebbe raggiunto significativi livelli clinici. A partire dal 20 marzo sono stati selezionati 411 pazienti attualmente in cura.In queste ore si è poi parlato molto dell’ Avigan, il cui principio attivo è il Favipiravir, farmaco usato in Giappone, che ora la Commissione Tecnico Scientifica dell’ Aifa ha dato il via libera alla valutazione di un protocollo per la sperimentazione clinica.Quello che si sta valutando in questo momento è l’effetto del farmaco nella fase iniziale della malattia, e quindi non in uno stadio avanzato. C’è poi il Remdesivir: in questo caso l’Italia  sta prendendo parte a due studi per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola nei pazienti affetti da  Covid-19.  Gli studi inizialmente sono condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, e altri centri del Nord Italia e lo  Spallanzani di Roma, mentre si è in fase di nuove collaborazioni con altri centri di altre regioni italiane. I dati dell’Aifa attestano intanto che è stata osservata una riduzione del tempo di permanenza in terapia intensiva dei pazienti trattati con una combinazione di Lopinavir e Ritonavir, pazienti che si precisa avevano già in ingresso un quadro clinico meno compromesso.La speranza poi resta comunque nell’individuazione di un vaccino, che possa preservare l’essere umano dal contagio.

 

 

 

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