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La Campania non è un paese per bambini: lo dice “Save the Children”

La Campania non è un paese per bambini: lo dice “Save the Children”

17 Novembre 2020 | by redazione Labtv
La Campania non è un paese per bambini: lo dice “Save the Children”
Attualità
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La Campania non e’ una terra a misura di bambino, ancor meno di bambina: e’ qui che piu’ di una ragazza su 3 non studia, non lavora, non segue alcun percorso normativo. E’ la fotografia dell’Atlante dell’infanzia a rischio, l’iniziativa di Save the Children giunta all’undicesima edizione, dal titolo: “Con gli occhi delle bambine”. In Campania, il 34,4% dei minori vive in condizioni di poverta’ relativa. L’Atlante scatta, per la Campania, una foto fatta di poverta’ minorile e disuguaglianze educative, e propone un approfondimento sulla condizione di bambine e ragazze,
evidenziando per loro un futuro post pandemia a rischio. I dati mostrano un calo dei nuovi nati, confermando che in Italia e’ in atto un continuo smottamento demografico, che procede a passo sempre piu’ spedito. Tra le province campane, e’ Benevento  quella con la percentuale piu’ bassa di minori sul totale della popolazione (15,1%), mentre Napoli e Caserta fanno registrare i
valori piu’ alti (18,8% e 18,5%), attestandosi rispettivamente come seconda e terza provincia piu’ giovane in Italia dopo Bolzano (19%). Il calo delle nascite, oltre 46mila in Campania
nel 2019, viene frenato dalla presenza di minori con cittadinanza straniera. In Campania svetta Salerno (5,3%) seguita da Caserta (5%). In Campania resta un privilegio per
pochissimi frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia, nell’anno scolastico 2018/2019 solo il 4,3% dei bambini aveva accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni. Sul
fronte della poverta’ educativa, gli indicatori confermano una situazione difficile gia’ prima dell’emergenza: in Campania il 17,3% abbandona la scuola prima del tempo, dato superiore alla
media nazionale che segna un tasso di dispersione scolastica del 13,5%; inoltre, il 34,3% dei giovani rientra nell’esercito dei Neet, cioe’ di coloro che non studiano, non lavorano e non
investono nella formazione professionale. Nel 2018-2019, in Campania piu’ di 6 minori su 10 tra i 6 e i 17 anni non leggevano neanche un libro extrascolastico all’anno (63,6%, un dato ben superiore al 48% a livello nazionale), mentre il 39% dei bambini o adolescenti tra i 3 e i 17 anni, quasi 2 su 5, non praticava alcuna attivita’ sportiva, secondo dato peggiore, dopo quello siciliano, molto distante dalla media nazionale del 22,4%. Gli effetti della pandemia sul futuro dei minori rischiano di essere ancor piu’ pesanti sulle bambine e sulle ragazze. Le bambine e le ragazze accumulano durante il loro percorso scolastico lacune nelle materie scientifiche, gia’ ravvisabili dal secondo anno della scuola primaria, ma che crescono via via. Un esempio viene dal punteggio medio ai test Invalsi di matematica che raggiunge un differenziale di 10 punti tra maschi e femmine alle superiori. Una differenza, a sfavore delle ragazze, che in media nella provincia di Napoli durante il percorso scolastico arriva a toccare -5,8 punti, poco sotto il -6,1 a livello nazionale, mentre la provincia campana piu’ virtuosa in tal senso e’ Avellino, dove la differenza di punteggi
in matematica si assottiglia a -1,9. Per i diplomati, in Campania, quasi 1 ragazza su 3 (31,9%) si diploma al liceo classico o scientifico, 1 su 5 si diploma in un istituto tecnico (20,9%). La Campania, dove le giovani neet sono il 35,8% e i coetanei maschi il 32,9%, e’ tra le regioni con piu’ giovani ragazze ai margini. (ANSA)

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