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Giornata Della Memoria, le riflessioni del Forum dei giovani di Benevento

Giornata Della Memoria, le riflessioni del Forum dei giovani di Benevento

27 Gennaio 2022 | by Redazione Bn
Giornata Della Memoria, le riflessioni del Forum dei giovani di Benevento
Attualità
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“Il Forum dei Giovani di Benevento intende oggi, con tutti voi, condividere una
riflessione a partire da questo stralcio di testo che abbiamo selezionato e che impone
necessariamente alcune osservazioni: il ricordo della barbarie della Shoah non può
rappresentare solo un momento di commemorazione di tante vite sottratte alla libertà e
sacrificate in nome di una follia. Non può perché impone, guardando agli episodi del
passato, a «lanciare lo sguardo oltre» affinchè, comprendendo il presente con le giuste
chiavi di lettura, si possa (ri)costruire la nostra società. La Shoah deve farci interrogare
sui danni che l’uomo – e una visione politica senza scrupoli – è stato capace di provocare
solo pochi anni addietro: senza perseguire la stella polare dell’eguaglianza sostanziale tra
gli uomini, la solidarietà e la protezione dei diritti inviolabili dell’uomo ogni forma di
amministrazione della cosa pubblica, come è stato dimostrato, diventa un crimine, ed
essere passivi davanti alla violazione di un diritto fondamentale di uomo significa essere
correi e non “imparziali”.
Va respinta, con forza, l’idea che si tratti di questioni del passato e pertanto irripetibili: gli
episodi di violenza neonazista e neofascita di cui siamo stati spettatori in questi tempi
rappresentano il campanello di allarme di uno strisciante – e nemmeno troppo –
fenomeno da reprimere attraverso la condivisione della «giusta cultura» nelle scuole, nei
bar, per strada.
In ogni luogo dove saremo presenti, dovremo con forza contrapporci ad ogni minimo
fenomeno di tal tipo, reagire – per non finire “bolliti” come la rana di Chomsky –
all’assuefazione e alla «normalizzazione» di fenomeni (come l’aggressione – di poche ore
fa – ad un ragazzino di dodici anni perché ebreo, da parte di due giovanissime ragazze)
che rappresentano l’embrione di una svolta negativa che si impone sempre più forte in
nome di non meglio specificati “antichi valori”, “sicurezza pubblica”, “liberalismi di
vario genere”.
E così proponiamo la lettura di un brano di Davide Schiffer che ha vissuto l’atrocità
delle leggi razziali sulla sua pelle ma, valga di insegnamento per tutti, nella vita ha saputo
reagire al suo dolore e diventare negli anni un importantissimo studioso di neurologia.
L’ultimo tratto del passo scelto, con un’iperbole, rappresenta il rigetto che ognuno di noi
deve avere davanti a tanta ingiustizia e quella voglia, insita in quelle parole, di un riscatto.
Davide Schiffer si sente colpevole di innocenza; vittima di un’ingiustizia senza senso,
carnefice del padre al contempo.
Fare memoria oggi, nel 2022, significa operare affinché non vi si senta costretti anche al
rimorso di essere stati persone «di sani principi, rispettose del prossimo e del pensiero
altrui, contrarie alla violenza».
Davide Schiffer, Non c’è ritorno a casa… Shoah, resistenza, dopoguerra Torino, Società
Editrice Internazionale, 2008 – L’arresto.
Un giorno funesto di fine febbraio 1944 vedemmo mio padre rientrare stranamente
dal lavoro a metà pomeriggio, scuro in volto, accompagnato da un carabiniere con il
fucile. Il carabiniere era stato mandato ad arrestarlo sul posto di lavoro ed aveva
[27/1, 09:11] Paki: acconsentito ad accompagnarlo a casa per prendere la “roba”. Doveva portarlo in
caserma. Mio padre raccolse pochi stracci in una coperta, piangendo ci salutò ed
abbracciò tutti, tirò fuori dalla tasca cento lire, frutto dei suoi faticosi e celati
risparmi, li dette a mia madre, pallida in volto ed impietrita dall’evento. Si avviò con
il carabiniere armato verso la caserma. Lo accompagnammo sulla strada e lo
seguimmo con lo sguardo fino alla curva della statale e poi sparì. Non posso dire
come trascorremmo quella sera, non me lo ricordo. So però che al nostro dolore
rimase completamente estraneo il pensiero che saremmo rimasti senza mezzi di
sostentamento, come gli amici del cortile avevano commentato il giorno dopo. Nostro
padre era stato arrestato perché di razza ebraica, e dai carabinieri, e non era più con
noi! Tutti sapevamo quanto soffrisse in quei momenti per avere dovuto abbandonare
la famiglia al proprio destino. Quante volte mi sono pentito nella mia vita di essere un
bravo ragazzo, di sani principi, rispettoso del prossimo e del pensiero altrui, contrario
alla violenza, quante volte mi sono odiato perché in quel momento non mi è venuto in
mente di assalire il carabiniere con una pietra, un bastone o comunque di farlo fuori
insieme a mio fratello Ede. Mi sono lasciato portar via il padre, come un imbecille,
uno stupido. Anche se non potevo nemmeno lontanamente immaginare quale sarebbe
stata la sua sorte, avevo il dovere di fare qualcosa per lui e non l’ho fatta.
L’occasione è utile per ribadire che questo Forum intende inviarvi a
partecipare alle attività che a vario titolo vengono organizzate per essere
protagonisti della vita giovanile della nostra città.”

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