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Crisi abitativa, Pasquale Basile (USB) ripercorre la cronistoria degli ultimi 10 anni

Crisi abitativa, Pasquale Basile (USB) ripercorre la cronistoria degli ultimi 10 anni

12 Febbraio 2022 | by Enzo Colarusso
Crisi abitativa, Pasquale Basile (USB) ripercorre la cronistoria degli ultimi 10 anni
Attualità
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Pasquale Basile e il dramma dei senza casa, famiglie che dal 2014 vivono in condizioni di estrema precarietà presso scuole pubbliche cittadine, una di queste è quella di Via Ponticelli, riattate ad abitazioni. In quegli anni realizzammo un reportage sulle condizioni di vita di quei nuclei familiari dando voce a chi voce, quasi sempre non ne ha, portando in emersione quelle criticità e segnalandole alle istituzioni e all’intera opinione pubblica. Basile, da sempre attento alle disparità sociali, spesso in totale solitudine e nel sarcasmo di una città ancora enclave, ripercorre questi ultimi 8 anni.  “Via Ponticelli come la ex scuola di San Modesto”, Basile fa riferimento anche al palazzo di Via Episcopio, smobilitato in modo vergognoso con l’ausilio della forza pubblica una mattina dell’ottobre 2013, “furono plessi scolastici occupati per denunciare la grave emergenza abitativa che versava in città, dinanzi ad un mercato immobiliare inaccessibile per i molti che vivevano in condizioni di disagio e dinanzi ad una inesistente politica tesa a costruire alloggi ERP per la fasce piú deboli della società. La lotta di quelle famiglie ha consentito il recupero  di un finanziamento del 2006 del Ministero delle Infrastrutture per la costruzione di 52 alloggi di edilizia residenziale pubblica, che finalmente nella prossima estate saranno consegnati ai tanti che hanno partecipato al bando della graduatoria pubblica che sancisce le priorità di assegnazione. Tra questi ci sono anche i cittadini attualmente residenti nella ex scuola di San Modesto e i pochi rimasti in quella di Via Ponticelli. Tali strutture, che furono individuate dalle precedenti amministrazioni, una nel 2013 l’altra nel 2014, hanno consentito in questi anni a tante persone di non finire in strada. Soltanto questo dato dovrebbe indurre le forze politiche tutte a chiedere la  regolarizzazione di queste strutture, la loro riqualificazione in spazi vivibili e accoglienti che possano fungere da abitazioni temporanee per le famiglie che subiranno sfratti esecutivi. Di certo in una fase delicata e di difficoltà  come quella attuale caratterizzata dallo sblocco degli sfratti, non dovrebbe  essere di certo la priorità di una forza politica quella di mettere fine allo stato di occupazione di questi stabili. Dinanzi al divampare dell’emergenza abitativa l’esistenza di strutture abitative temporanee gestite dal servizio pubblico in maniera diretta aiuterebbero le famiglie con sfratti esecutivi a non finire in strada e garantirebbero il passaggio casa/casa. L’attuale amministrazione ha proceduto in questi anni alla regolarizzazione della struttura abitativa di San Modesto, riconoscendo diritti di cittadinanza ai suoi inquilini, che pagano mensilmente una quota simbolica per le spese di manutenzione della struttura. Nell’ultimo mese inoltre, grazie ad una interpellanza del consigliere di Apb De Longis e alle successive delucidazioni dell’Assessore Chiusolo che ha interpellato in maniera attenta tutte le parti in causa, siamo riusciti ad avere un quadro chiaro ed esaustivo relativo alla ripresa dei lavori di ultimazione dei cinquantadue alloggi di Capodimonte. Inoltre abbiamo concordato un percorso  di incontri periodici tra le parti per avere contezza di volta in volta dello stato dell’arte dei lavori. Tutto nell’interesse dei cittadini senza casa.  Agli smemorati ricordiamo che grazie alla lotta perseguita dalle famiglie senza casa e dalle organizzazioni sindacali nei prossimi mesi il diritto alla casa di molti sarà affermato con l’assegnazione dei 52 alloggi.
Queste famiglie sono semplicemente in attesa di assegnazione dell’alloggio popolare avendo partecipato ed essendo entrate a fare parte di una graduatoria che ne riconosce tutti i diritti. Tra pochi mesi quello stabile sarà liberato, le poche famiglie rimaste ad abitarci, avranno una casa ma tante altre nei prossimi mesi e anni rischieranno di perderla. Per questo motivo, dinanzi ad una nuova emergenza annunciata, bisognerebbe agire senza pregiudiziali affinché si regolarizzino e promuovano  le strutture abitative temporanee magari anche individuando fondi specifici per realizzarle. Tutto questo al solo scopo di  andare in aiuto alle famiglie che vivono e vivranno condizioni di disagio abitativo”.

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