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Oreste e l’arma della dea eupalla

Oreste e l’arma della dea eupalla

1 Giugno 2022 | by Enzo Colarusso
Oreste e l’arma della dea eupalla
Attualità
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Una città  intera appesa al filo di Vigorito. Popolo tifoso, politica, istituzioni, intellighenzia tutti a chiedersi cosa salterà mai fuori dal vertice di venerdi, “trop secret”, nel senso che nessuno sa dove si terrà e a che ora si terrà, fatte salve le sempre possibili “capacità” delle falangi informative del patron di piazzare le tende nei luoghi inaccessibili ai più. Ma la cosa non fa più tanto scalpore, ovemai lo abbia prodotto in passato. Sui conflitti di interesse di Oreste Vigorito, presidente di Confindustria, patron del Benevento calcio, per definirlo ex aspettiamo il faccia a faccia con Mastella, editore televisivo e di giornali, elettronici e cartacei, abbiamo detto e scritto abbastanza, imprenditore nelò settore delle energie alternative, vero core business del suo impero. D’altra parte non si sa dove finisca l’uno e dove comincino tutti gli altri, in una confusione di ruoli che non desta più alcuno scalpore considerato come è il salvatore della patria sportiva senza il quale l’abisso delle serie minori è  dietro l’angolo. Così come il taumaturgo di una imprenditoria che gli ha consegnato le chiavi della gestione confindustriale per una crisi strisciante che l’attanaglia e che lui nemmeno aspirava ad avere ma che gestisce con estrema capillarità imponendo le sue regole alle quali soggiacere, volente o nolente. Insomma, un “superiorem non recognoscens”, poco incline alle critiche, un conducator, un uomo solo al comando, estroso a detta di chi lo ha conosciuto più da presso e niente affatto filantropo, come tutti i capitani d’industria, ma molto incline al profitto delle sue imprese e ci mancherebbe altro, tra le quali il calcio assume un ruolo non poi così centrale ma funzionale si ai suoi interessi. E allora, in attesa del conclave, c’è da immaginarsi i due chiusi a chiave nel famoso luogo segreto che potrebbe essere proprio la casa di Mastella, quale non si sa, si ipotizza quali possano essere le cause vere di una decisione tanto repentina. Se diamo per certo che due striscioni non possono determinare una reazione così estrema, ebbè, c’è da interrogarsi su quali possano essere le cause un po più incidenti o quanto meno tentare di capirci qualcosa in più. Partendo dall’eolico, per esempio, un paio di progetti su altrettanti parchi di cui si attende da tempo il via libera, per esempio. La recente visita di De Luca a Benevento, in occasione dell’Assemblea Generale di Confindustria, sembra che non abbia sortito gli effetti sperati sebbene il Governatore abbia promesso aiuti a destra e a manca. Bene per i suoi soci dell’Unione un po meno per lui che dalla città e quindi da Mastella vorrebbe maggiore impegno. Poi c’è la questione stadio, “che è un gran giro de quatrini”, ancora irrisolta e non da meno il mancato affare dell’ex seminario di Viale degli Atlantici. Pertanto, di motivi il presidente del Benevento ne ha o ne avrebbe decisamente più d’uno e dato che già in precedenza, durante la gestione Pepe, agì allo stesso modo, brandendo l’arma possente del calcio c’è da ritenere che possa avere fatto il bis. Quello che ha ottenuto è il compattamento di quasi tutti sulla ineluttabilità dei destini targati Vigorito per mantenere il calcio a certi livelli e che solo lui è in grado di assicurare; lo ha dimostrato coi fatti, gliene va dato atto. E sulla scorta di questo costruisce la sua possanza per cui anche a Mastella “convien che si balli”, si scenda a compromessi. Il sindaco sarà costretto ad ascoltarlo sapendo che le casse del comune piangono e parecchio, perchè Oreste parla in modo quanto meno orizzontale, mai sul piano inclinato. Ascoltarlo e vieppiù rassicurarlo, convincerlo che i molteplici interessi beneventani non sono messi in discussione. Ovvio che il sindaco pensi ad un piano alternativo; avrebbe anche telefonato a Montezemolo sondando il campo per un eventuale, deprecabile, circostanza in cui Vigorito vada via per davvero. Ma è un puro esercizio di precauzione, nulla accadrà di irreparabile se solo il Ceppalonico saprà ascoltare e placare le ansie del suo scomodo e potente interlocutore.

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