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Baruffe sull’Arco

Baruffe sull’Arco

8 Aprile 2023 | by Enzo Colarusso
Baruffe sull’Arco
Attualità
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Quel lavori all’Arco non s’hanno da fare!! L’opposizione, con fermezza manzoniana, tuona all’indirizzo dell’Amministrazione che intende costruire un “lapidarium” a latere del grande monumento romano che decanta le gesta militari e politiche dell’imperatore Traiano, il primo non italico ad arrivare a cingere la corona imperiale. E chissà che ne penserebbe proprio lui, l’ispanico, di tutta questa virulenza di toni e di giudizi attorno al suo arco. Sarebbe molto simpatico realizzare una di quelle interviste impossibili con le quali interrogare i protagonisti del passato ma non potendola fare al diretto interessato, almeno per il momento, ci dobbiamo accontentare dei comunicati dei contemporanei. Luigi Diego Perifano, che di Traiano potrebbe essere il fine consigliere, rimanda al 13 aprile per una commissione Pics in cui, con la maggioranza, discutere di questo manufatto che i senatori “contra mastellam” non amano per nulla. A nome dell’Amministrazione replica Francesco De Pierro, il vicesindaco, che di Traiano potrebbe essere il capo dei pretoriani, un Tigellino, va…Per De Pierro “la linea di quest’amministrazione è cristallina: sacrosanto e ben accetto il confronto politico, ma le scelte sono in capo all’amministrazione che non accetta né forme malcelate di commissariamento, né inusuali richieste di approfondimenti tecnici che toccano prerogative dirigenziali, come nel caso della Conferenza dei servizi e che nascondono l’obiettivo di montare un processo mediatico sull’intervento”. De Pierro Tigellino quindi teme “il processo mediatico”, il fatto che “si monti artatamente una campagna, alimentata anche da freddure maliziose sui social network, di difesa del monumento-simbolo della città che nemmeno sarà sfiorato, ci mancherebbe altro”. “Ofonio” De Pierro può star tranquillo, che nessuno si cimenterà ad inscenare un “processo mediatico” perchè mancherebbero i media per farlo ma il vicesindaco è lapidario con il lapidarium. “E’ un intervento di valorizzazione, con potenziali, notevoli ricadute turistiche, delicato, che solo la malafede può indurre a considerare come invasivo o addirittura nocivo.” Proseguendo con la si spera divertente teoria latina ecco che la vestale De Stasio, romanamente, prende posizione. Riassumendo il suo intervento, Rosetta parla di “costi esorbitanti del progetto PICS “Arco di Traiano e soprattutto l’assoluta incompatibiltà della teca in vetro, lapidarium, per l’appunto, nel contesto architettonico del luogo”. Poi rivolgendosi a Tigellino De Pierro lo bacchetta e lo accusa di protervia e di volere mantenere per se il monopolio del manufatto, per se e per la giunta comunale. “Ciò che sorprende e lascia a dir poco perplessi è l’arroganza con cui De Pierro ricorda che le scelte sono in capo all’Amministrazione che non accetta ciò che ritiene inusuali richieste di approfondimenti che addirittura andrebbero a toccare prerogative dirigenziali”. Rosetta ricorda a De Pierro che “la richiesta di visione del parere della soprintendenza e di convocazione della conferenza dei servizi è stata condivisa da tutti i componenti della commissione, quindi anche dai consiglieri di maggioranza”. Rosetta De Stasio sostiene che “l’Arco di Traiano non ha bisogno di orpelli, ma piuttosto di essere preservato, anche dal continuo passaggio e parcheggio delle autovetture, e bene illuminato”. Sulla questione dice la sua anche Iadicicco, che potrebbe vestire i panni di Catilina e contro cui si è già scagliato Cicerone Scarinzi all’urlo di “usque tandem abutere patientia nostra” per i suoi reiterati dinieghi alle commissioni consiliari…o consolari…possibile il lapsus. Iadicicco è propenso a ritenere gli spazi monumentali stagliati nell’assoluta sufficienza di loro stessi, senza altro che il monumento sic et simpliciter. Come si vede la cosa suscita tante opinioni. Abbiamo giocato con la storia antica calando i nostri simpatici interlocutori nelle vesti dei personaggi del passato ma resta fuori di dubbio che un sano e costruttivo dibattito con tutte le componenti della società, esente da pregiudizi, sia necessario ed anzi auspicabile nella pur intransigente e divisiva stagione mastelliana a Via Annunziata. Forse…Catullianamente, “ave atque vale”.

 

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