I condòmini di Via Piermarini 48 invitano e diffidano pubblicamente il Settore Urbanistica e il Comune di Benevento a ravvedersi e ad annullare d’ufficio in autotutela il condono edilizio e conseguentemente revocare la SCIA n. 185/2024, sostenendo che se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Questo messaggio nasce in un contesto in cui prosegue inesorabile la demolizione della Scuola Federico Torre, a causa di problemi di sicurezza sismica, mentre l’ufficio Urbanistica sembra voler salvaguardare la possibilità di costruire un ottavo piano in una zona sismica A1, nello stesso edificio di Via Piermarini 48, che è stato costruito negli stessi anni, utilizzando lo stesso tipo di cemento e ferri di armatura.
La vicenda ha inizio a novembre 2024, quando viene aperto, senza l’autorizzazione del condominio, un cantiere nel cortile dell’edificio per la “ristrutturazione di due attici” al settimo piano, che in realtà si rivelano essere soltanto due stenditoi senza pareti perimetrali. Nonostante i numerosi solleciti da parte dei condòmini, a partire dal 6 dicembre, per l’intervento di vigilanza edilizia, solo nei primi giorni di febbraio, esasperati dalla mancanza di risposte adeguate, i condòmini scrivono una lettera al Prefetto e informano la stampa. In risposta, l’Assessore all’Urbanistica e il Comune rassicurano sulla legittimità dell’intervento. Tuttavia, pochi giorni dopo, l’Ufficio Urbanistica deve ritrattare la propria posizione: l’8 febbraio la Dirigente Antonella Moretti firma un provvedimento di sospensione della SCIA, ammettendo la mancanza di una valida dichiarazione di idoneità statica.
Nonostante ciò, l’ufficio Urbanistica non ritiene di dover annullare il Permesso di Costruire in sanatoria, risalente a ben quattordici anni fa, e propone una soluzione per “salvare” il condono del 1986, che è ormai obsoleto e, a parere dei condòmini, nullo. I condòmini ritengono che il condono sia nullo per due motivi principali: in primo luogo, mancano le abitazioni da condonare, e si sta tentando di condonare un progetto per degli attici mai esistenti, ma solo ipotizzati a partire da stenditoi. In secondo luogo, manca la certificazione di idoneità statica obbligatoria, che la legge 47/1985 (primo condono) imponeva di presentare entro qualche mese dalla richiesta di condono.
Inoltre, la certificazione statica presentata a suo tempo è firmata da un geometra, figura incompetente per strutture superiori a un piano, e si riferisce solo a tre metri su ventiquattro, senza offrire alcuna garanzia in merito alla sicurezza dell’edificio. Di conseguenza, i condòmini ritengono che il titolo edilizio sia invalido e abbiano forti dubbi sulla legittimità delle dichiarazioni pubbliche che ne hanno sostenuto la validità.
Nonostante la sospensione dell’8 febbraio, l’Ufficio Urbanistica non ritira il provvedimento nullo. La Dirigente del Settore Urbanistica, infatti, ha richiesto alla ditta di produrre la documentazione relativa alla sicurezza statica e sismica dell’edificio entro 30 giorni, ma i condòmini sollevano dubbi sulla possibilità di ottenere tutto il necessario in così poco tempo, tra cui i calcoli statici, i carotaggi e l’autorizzazione sismica dal Genio Civile.
In ultimo, i condòmini denunciano che la sospensione è stata emessa solo dopo la richiesta di chiarimenti da parte del Prefetto e del sindaco Mastella, nonostante le sollecitazioni e le preoccupazioni espresse dai residenti. Inoltre, l’accesso agli atti richiesto dai condòmini a dicembre è arrivato solo dopo 64 giorni, e risulta parziale, con documenti mancanti, come la licenza edilizia che si riferisce erroneamente a un altro palazzo.
In sintesi, i condòmini chiedono la revoca immediata del permesso di costruire e della SCIA, e si preoccupano per la sicurezza dell’edificio e l’inadeguatezza delle risposte ottenute fino a questo momento.
di seguito il documento
COMUNICATO STAMPA 26.02.25