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Monteforte Irpino| Pizzo, Waqas racconta le minacce subite: aggredito davanti a mia figlia, sabato i crisantemi sull’auto

Monteforte Irpino| Pizzo, Waqas racconta le minacce subite: aggredito davanti a mia figlia, sabato i crisantemi sull’auto

13 Marzo 2019 | by Redazione Av
Monteforte Irpino| Pizzo, Waqas racconta le minacce subite: aggredito davanti a mia figlia, sabato i crisantemi sull’auto
Cronaca
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Solo in un’altra circostanza, a Mirabella Eclano, un commerciante taglieggiato in provincia di Avellino ha avuto il coraggio di parlare in pubblico, organizzando una conferenza stampa per spiegare quanto aveva subito. In questo solco va letta la scelta di Waqas, il pakistano titolare del circolo Stai senza pensieri di Monteforte Irpino, minacciato, secondo gli inquirenti, da una banda di 7 persone montefortesi allo scopo di estorcergli denaro. Il 20 per cento dei suoi guadagni. Così Waqas si è presentato all’opinione pubblica: mediatore culturale, con un curriculum importante, che collabora con le forze dell’ordine e le procure in Campania e Puglia, oltre ad essere un piccolo commerciante. E proprio le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri di Baiano e Monteforte che ora tuteleranno la sua sicurezza, ha voluto ringraziare all’inizio delle sue dichiarazioni rese al Circolo della Stampa. “Non immaginavo – afferma – che mi potesse capitare una cosa del genere. Da anni viviamo qui e paghiamo le tasse. Ho chiuso la mia attività perché non ne vale la pena rischiare per poco guadagno, voglio stare tranquillo”. E di fronte all’interrogatorio degli indagati che davanti al gip hanno ribaltato le accuse, Waqas dice di aver già prodotto tutte le prove. Se loro sono venuti nel mio locale per parlare – replica – perché erano armati”. E ancora: “Sabato mattina (il giorno dopo la conferenza stampa dei carabinieri, ndr) ho travato un fascio di crisantemi sulla mia macchina… Non sapevo neanche cosa volesse significare questo gesto, poi mi sono informato e ho denunciato. Ho trovato il coraggio affinché la stessa vicenda non si ripeta per i miei amici e miei e fratelli. D’altra parte sono venuti a minacciarmi fino a dentro il locale, puntandomi un taser alla tempia mentre con una mano coprivo gli occhi di mia figlia di 4 anni. Questo è un comportamento contro l’umanità. Il terrorismo non è solo Isis, una comunità, uno Stato, ma è una mentalità”. E, infine, chiarisce: “Non mi hanno chiesto il 20 per cento degli incassi del circolo ma di quanto guadagno io con tutte le mie attività professionali”.

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