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Avellino| Carcere di Bellizzi, intercettati 25 telefonini in un pacco postale destinato a un detenuto

Avellino| Carcere di Bellizzi, intercettati 25 telefonini in un pacco postale destinato a un detenuto

17 Giugno 2020 | by Redazione Av
Avellino| Carcere di Bellizzi, intercettati 25 telefonini in un pacco postale destinato a un detenuto
Cronaca
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Ancora un tentativo di introdurre telefonini cellulari nel carcere di Bellizzi. Questa volta ben 25 era nascosti in un pacco postale destinato ad un detenuto di un reparto di alta sicurezza ma intercettato dalla polizia penitenziaria. Due dei cellulari erano addirittura satellitari. A darne notizia l sindacato della polizia penitenziaria Sappe. “I poliziotti penitenziati in servizio al carcere hanno intercettato 19 micro telefonini, 4 smartphone e due apparecchi satellitari. Grazie a loro, dunque, alla loro professionalità, ne è stato impedito l’ingresso nel carcere”, sottolinea il segretario della Campania Emilio Fattorello che aggiunge: “L’ingresso o il tentato ingresso di cellulari nella carceri della Campania è un flusso continuo ed il fenomeno non viene contrastato in maniera adeguata dall’Amministrazione ne dal legislatore: l’indebito possesso ed introduzione di tali apparecchi non configurano, infatti, precise ipotesi di reato, come invece dovrebbe, ma restano semplici violazioni amministrative ai regolamenti interni per un semplice possesso di oggetti non consentiti. Inutile ribadire per l’ennesima volta che l’utilizzo dei telefonini da parte dei detenuti, soprattutto quelli appartenenti alla criminalità organizzata, può alimentare e favorire le varie attività criminose dettate dall’interno all’esterno delle carceri”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, aggiunge che “sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo. Ma va previsto anche uno specifico intervento legislativo che punisca severamente coloro che detengono telefoni cellulari in carcere, prevedendolo come reato”.

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