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Don Nicola De Blasio, confermata la condanna

Don Nicola De Blasio, confermata la condanna

9 Novembre 2022 | by Redazione Bn
Don Nicola De Blasio, confermata la condanna
Cronaca
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La Corte d’Appello di Napoli ha confermato la condanna per Don Nicola De Blasio, che dovrà scontare 3 anni e 6 mesi. L’ex direttore della Caritas, ora in isolamento in una struttura di Faicchio, come si ricorderà è accusato di detenzione e scambio di materiale pedopornografico. Don Nicola De Blasio lo scorso giugno era stato giudicato con rito abbreviato dal Gup di Napoli, una decisione confermata in secondo grado. La difesa affidata agli avvocati Massimiliano Cornacchione e Vincenzo Sguera, impugnerà la sentenza dinanzi alla Cassazione.

La vicenda

L’ex parroco di San Modesto, a seguito di una indagine viene coinvolto nello scandalo della pedopornografia, si parla di video e fotografie in suo possesso e della condivisione di diversi video sulla piattaforma telegram, ed è proprio il potenziale scambio dei file che fa scattare la perquisizione da parte della polizia postale su delega della Procura di Torino, che era arrivata all’ex direttore della Caritas beneventana seguendo un filone di inchiesta nazionale. A sua discolpa il parroco ha più volte affermato di detenere quel materiale perchè egli stesso, nel periodo 2015-2016 si era messo sulle tracce di potenziali fruitori di materiale pedopornografico negli ambienti ecclesiastici,e che però nel corso della sua indagine privata si era poi reso conto di essersi imbattuto in una situazione troppo pericolosa, e a quel punto avrebbe desistito dall’andare avanti. Ma la vicenda appare poco credibile agli inquirenti e gli indizi fanno finire l’ex parroco prima in un carcere di Carìnola nel casertano, poi ai domiciliari presso una struttura di Faicchio, dove resta tutt’ora. C’è poi il filone dei 170 mila euro in contanti ritrovati in corso di perquisizione, che il parroco aveva giustificato come eredità dei genitori e in parte offerte dei fedeli per la ristrutturazione della chiesa. I contanti erano stati sequestrati con l’ipotesi di ricettazione sempre collegata alla pista pedopornografica ma il provvedimento venne annullato dal Riesame. Poi con un secondo sequestro la Cassazione rispose no al ricorso della Procura.

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