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Avellino| Processo “Aste Ok”, il pm antimafia Woodcock chiede quasi 200 anni di reclusione per i 18 imputati

Avellino| Processo “Aste Ok”, il pm antimafia Woodcock chiede quasi 200 anni di reclusione per i 18 imputati

3 Aprile 2024 | by Redazione Av
Avellino| Processo “Aste Ok”, il pm antimafia Woodcock chiede quasi 200 anni di reclusione per i 18 imputati
Cronaca
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Processo Aste Ok, al termine di una requisitoria di oltre 4 ore il pm antimafia Henry John Woodcock ha chiesto quasi 200 anni di carcere per gli imputati, sottolineando più volte come ad agire era un’associazione criminale di stampo camorristico che pilotava le aste immobiliari nel capoluogo irpino. Data fondamentale, dunque, quella di oggi, nell’ambito del procedimento giudiziario in corso davanti al Tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduta dal giudice Roberto Melone, a latere Fabrizio Ciccone e Gilda Zarrella.

Nell’aula della Corte d’Assise il magistrato ha evidenziato i contorni del patto tra gli organizzatori del sistema, Livia Forte e Armando Aprile, e il nuovo Clan Partenio comandato dai fratelli Pasquale e Nicola Galdieri.

Ecco, quindi, le richieste che ammontano a 194 anni e 4 mesi: Per Livia Forte, definita “lady aste”, che ha appena ottenuto l’obbligo di firma dopo 4 anni di detenzione, 24 anni di reclusione, per Armando Pompeo Aprile 25 anni, per Nicola Galdieri 14 anni e 8 mesi, per Beniamino Pagano 16 anni e 6 mesi di reclusione, per Damiano Genovese 14 anni e 6 mesi, per Carlo Dello Russo 13 anni e 3 mesi, per Antonio Barone 14 anni e 10 mesi, per Gianluca Formisano 17 anni e 11 mesi, per Emanuele Barbati 8 anni e 4 mila euro multa, per Antonio Ciccone 6 anni e 6 mesi, per Manlio Di Benedetto 8 anni e 1 mese, per Antonio Flammia 3 anni, per Maria Luigia Gasparro 3 anni e 6 mesi, per Raffaele Giaccio 2 anni e 6 mesi, per Mario Gisolfi 12 anni e 8 mesi, per Ermelinda Becchimanzi 3 anni e 6 mesi, per Mario Guerra 3 anni e per Giuseppe Di Costanzo 3 anni.

Quella del pm antimafia è stata una requisitoria lunga e articolata, incentrata sulle conversazioni che hanno dato il via alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino il 19 dicembre 2018, in particolare quella tenutasi a casa Galdieri tra il boss Pasquale “‘O Milord” e Damiano Genovese, riguardante proprio le aste. Oltre alle dichiarazioni raccolte in vari interrogatori resi dalla principale imputata, Livia Forte. Poi Woodcock si è soffermato sul rapporto di vicinanza tra Livia Forte e i Galdieri nato tra il 2018 e il 2019, quando nasce il “patto” e gli esponenti del clan diventano soci degli organizzatori delle aste pilotate (sistema che già funzionava prima ai danni degli esecutati) per allontanare con botte e minacce altri soggetti che volevano entrare nel mondo delle aste immobiliari e limitare Cerullo, Formisano e Barone.

La prossima udienza è attesa per il 5 aprile 2024. 

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