«Lui ancora non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha una stabilità psichica. Non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto». Così l’avvocato Giovanni Santoro, legale di Salvatore Ocone, l’uomo accusato della strage familiare di Paupisi.
Il difensore, dopo averlo incontrato in carcere a Campobasso, ha raccontato che l’imputato «ha pianto» solo quando gli è stato riferito del miglioramento delle condizioni della figlia 16enne, «ma subito dopo è tornato in un atteggiamento imperscrutabile». Secondo il legale, Ocone sarebbe «in uno stato confusionale», tanto da non essersi reso conto che il figlio era morto e che la ragazza fosse ancora viva. L’uomo, ha aggiunto, soffrirebbe di una patologia con vuoti di memoria già preesistente: «Ci sono profili psichiatrici che vanno approfonditi e bisogna valutare se abbiano influito sulla capacità al momento della commissione dei reati».
Intanto, il gip del Tribunale di Campobasso, Silvia Lubrano, ha convalidato il fermo di Ocone. Nell’udienza, durata pochi minuti, l’uomo – assistito dal suo legale – si è avvalso della facoltà di non rispondere. La Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere; la decisione definitiva del giudice arriverà a breve, ma appare scontato l’accoglimento della richiesta.
