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Nel nome di Tatarella, Destra allo specchio

Nel nome di Tatarella, Destra allo specchio

1 Aprile 2023 | by Enzo Colarusso
Nel nome di Tatarella, Destra allo specchio
Cultura
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Meglio che un coordinamento provinciale, meglio di un raduno di partito. La destra beneventana, vecchia e nuova, s’è data appuntamento alla Rocca dei Rettori per presentare il libro “La Destra verso il futuro”, inedito di Pinuccio Tatarella il cui autore è il nipote Fabrizio vicepresidente della Fondazione Tatarella. Per l’occasione, fortemente voluta alla Rocca dei Rettori dal Coordinamento di Fratelli d’Italia del Sannio, e dal senatore Matera in particolare nella sua duplice veste di parlamentare e segretario provinciale della Fiamma, una vera e propria reunion con Pasquale Viespoli, Nazzareno Orlando, Teresa Meccariello, che ha moderato il dibattito, e in platea Sandro D’Alessandro, Nicola Boccalone, Rosetta De Stasio e tanti simpatizzanti seduti in sala, in una parola la destra degli ultimi trent’anni, quella destra che ha governato la città per quasi un quindicennio con Pasquale tra gli elementi di punta di Alleanza Nazionale e quella di oggi.

 

Insomma, più generazioni di destra a confronto e davvero si è trattato di un passaggio interessante visto che le varie anime stentano a sedersi e a ragionare insieme su quello che è il ruolo politico, culturale, e anche ideologico di uno schieramento che ha pagato il dazio storico dell’emarginazione nella lunga stagione della transizione democratica, tranne i 123 giorni del governo Tambroni, il primo esecutivo DC-MSI a metà del 1960. Tutti insieme nel nome di Pinuccio che di se ebbe a dire in una delle sue ultime interviste rilasciate di non essere mai stato fascista, sempre cattolico, democratico, nazionalista e di essersi iscritto al Msi solo perché era il partito più anticomunista in circolazione.

 

Fondatore di Alleanza nazionale, teorico del Centrodestra italiano, fautore della svolta di Fiuggi, Tatarella aveva disegnato insieme a Fini lo sdoganamento post-fascista gettando le basi di un partito conservatore moderno in un sistema bipolare che non avrebbe più relegato “i nipoti di Salò” nel cono d’ombra del gioco democratico ma al contrario pienamente inseriti nei meccanismi parlamentari. Il bipolarismo è tramontato ma l’idea di una destra europea che si scrollasse di dosso etichette da ancient regime e che si assumesse la responsabilità di governare il Paese quello no e che facesse da argine a quella che qualche anno dopo sarebbe stata la cosiddetta “antipolitica” e che la Meccariello ha sagacemente ricordato in sede di presentazione dell’evento.

 

Il libro è una raccolta di interviste e articoli di Pinuccio Tatarella, tra il dicembre del 1986 e il novembre del 1993 e cioè fino alle elezioni del marzo 94, quelle vinte da Berlusconi e che finalmente catapultarono per la prima volta la destra al governo del Paese. A distanza di quasi un trentennio è ora la destra che si intesta in proprio la egemonia culturale e politica di un elettorato che deborda i confini stessi degli steccati di appartenenza e si atteggia a forza popolare erodendo consensi anche dalla parte opposta. Le elezioni di settembre sono l’emblema e la portata storica e straordinaria di una vittoria che paradossalmente ora genera aspettative fortissime e quindi classe dirigente all’altezza del compito. Da una destra che protesta ad una che invece propone, avrebbe detto Tatarella.

 

E vuoi vedere che nel nome di Tatarella qui da noi si torni davvero a fare quadrato? Complicato, complicatissimo ma non impossibile. Il pactum è che si agisca su basi di estrema chiarezza, senza ambiguità, senza mezzi ammiccamenti e pure senza lunghi coltelli tenendo bene presente che un conto è il plebiscito nel Paese, alto è da noi dove la destra beneventana è inchiodata ad un misero 5%, quello raccolto da Rosetta ad ottobre dell’anno scorso. E’ da li che si riparte.

 

 

 

 

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