breaking news

Brigantica, storie di briganti e brigantesse tra musica e riflessione

Brigantica, storie di briganti e brigantesse tra musica e riflessione

23 Maggio 2025 | by Enzo Colarusso
Brigantica, storie di briganti e brigantesse tra musica e riflessione
Cultura
0

Si chiama Brigantica ed è un inno ad una storia repressa, negata, volutamente caplestata. E’ quella dell’altra unità italica , volutamente con la u minuscola, quella frutto di una guerra d’invasione con il suo carico di stragi e di eccidi, una guerra civile durata 5 anni, la guerra che nessun manualoe di storia riporterà mai comne fratricida a distanza di 164 anni dai fatti. Lo chiamarono “brigantaggio” i vincitori sabaudi e i loro innumerevoli manutengoli nostrani, latifondisti, borghesia liberale, gerarchie militari vendute al nemico, che già la definizione sa di delegittimazione, per quanto a comandare le varie bande c’erano ufficiali borbonici usciti dalla Nunziatella e uomini di grande coraggio e di grande capacità militare.

Ma la storia la scrivono i vincitori e le nefandezze pure, in molti casi, ed è altrettanto vero che in questo nostro Paese c’è una certa idiosincrasia con la memoria, viviamo la contemporaneità senza interrogarci sul passato e questo è accaduto per il cosiddetto Risorgimento ma in tempi successivi per il Ventennio e la Resistenza e gli anni del terrorismo. Ora, eventi come Brigantica, di cui  è stata presentata la ratio alla Rocca dei Rettori stamattina, nella pur riconosciuta accezione ludica e folkloristica, assumono significato di riflessione, momento di approfondimento abbracciando una serie di appuntamenti, dal 25 luglio al 31 agosto, nei teatri emblematici delle lotte legittimiste come Pontelandolfo, città martire della repressione sabauda, Casalduni, Fragneto Monforte, comunità rappresentate dai rispettivi sindaci Testa, Iacovella, Facchino.

Direttore artistico di Brigantica Pino Aprile, autore di best sellers come Terroni. Con lui abbiamo affrontato la figura di Garibaldi, l’elemento cardine di quella vicenda, le ambiguità, le sue recriminazioni, la famosa lettera all’amica Adelaide Cairoli datata 1868 in cui si diceva deluso dall’andamento dei fatti e quasi pentito di esserne stato il catalizzatore, il discorso del 18 aprile 1861 quando in faccia a Cavour parlò di “guerra fratricida” generando l’ira del Presidente del Consiglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *