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A Palazzo Mosti l’incontro su “L’Area vasta del Comune di Benevento”

A Palazzo Mosti l’incontro su “L’Area vasta del Comune di Benevento”

15 Gennaio 2016 | by Enzo Colarusso
A Palazzo Mosti l’incontro su “L’Area vasta del Comune di Benevento”
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Il gruppo PD del comune di Benevento, ha convocato per lunedì 18 gennaio alle 17.00 un incontro sul tema “L’Area vasta del comune di Benevento. Riflessioni ed inziative”.

Al tavolo dei relatori, siederanno Giovanni Zarro capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Mosti, Gino Iannace, il sindaco Fausto Pepe, Paolo Foti sindaco di Avellino. L’incontro si terrà presso l’Aula consiliare ed avrà come tema “L’Area vasta del comune di Benevento. Riflessioni ed inziative”.

Il concetto di area vasta è stato definito con la Legge 7 aprile 2014 n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”. La legge Delrio spiega Zarro, afferma che “le province sono enti territoriali di area vasta. Nell’ordinamento giuridico italiano, in conseguenza, si intende per area vasta il territorio legato al livello amministrativo delle province e delle città metropolitane, ossia al livello di pianificazione e di gestione del territorio, delle risorse e dei rapporti tra l’Ente locale intermedio, la Provincia, ed i comuni e la regione. I contenuti del livello di pianificazione e di gestione del territorio, invero, se collegati alle competenze della Provincia, così come definite dalla cd Del Rio, sono molti limitati. A seguire, vi può essere la domanda… ci possono essere altre aree vaste a prescindere da quella provinciale? Lasciamo per ora senza risposta questo interrogativo”.

Inoltre, continua il capogruppo PD a Palazzo Mosti, “la stessa legge Delrio disciplina, anche, il concetto di zone omogenee. «Gli Statuti delle province possono prevedere, d’intesa con la Regione, la costituzione di zone omogenee per specifiche funzioni, con organismi di coordinamento collegati agli organi provinciali senza nuovi o maggiori oneri di finanza pubblica». Quanta consistenza hanno le norme ricordate? Quanta stabilità ha sia la disciplina dell’area vasta che quella della zona omogenea? Una consistenza imprecisata. Infatti, il comma 51, sempre della Del Rio dice: “In attesa della riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione e delle relative norme di attuazione, le province sono disciplinate dalla presente legge.

Cosa succederà – rilette Zarro – dopo l’approvazione sia della riforma costituzionale sia delle leggi di attuazione della riforma costituzionale? Resteranno o scompariranno le Province? Il dibattito politico censisce la presenza sia della tesi secondo cui le disposizioni di attuazione della Riforma Costituzionale, porteranno alla cancellazione definitiva della Provincia sia dell’altra tesi, secondo la quale le Province resteranno come Ente di secondo livello utile a coordinare le attività dei comuni; quelle in particolare che si proiettano nell’Area Vasta.

Perché, nell’incertezza della prospettiva, si discute di Area vasta? La ragione principale di una lettura e di una interpretazione del territorio per «aree vaste» sta nel concetto di «rete di relazioni», e delle relative esternalità. Sono queste le vere cause delle varie aree vaste! La rete di relazioni o i semplici servizi possono determinare, invero determinano, delle “esternalità” che si proiettano, talvolta, oltre i confini amministrativi dell’Ente titolare di quelli servizi. Le esternalità vanno governate anche attraverso la ricerca di una dimensione della programmazione che superi gli ambiti amministrativi degli enti territoriali, spesso troppo ristretti geograficamente, economicamente e finanziariamente. Sicché di area vasta si parlerà sempre. A prescindere dalla presenza o dall’assenza dell’Ente Provincia. Ogni Ente territoriale, in quanto titolare di servizi e di rete di relazione ne è, in fondo, segnato.

L’attenzione, naturalmente – conclude – si ferma sul comune di Benevento ed sui comuni. Considerati sempre come titolari di “reti di relazioni” o di semplici servizi e quindi protagonisti delle esternalità relative. L’area vasta è il contesto in cui queste esternalità si proiettano. In relazione ai singoli servizi o alle singole opere o in relazione alla complessiva programmazione di riferimento. E dunque come definire l’area vasta? Come governarla? Ecco una delle ragioni di questo convegno.

C’è un’altra pista che porta all’area vasta che va seguita. Quella dei fondi comunitari. La gestione di questi fondi ha subito un capovolgimento di indirizzo. Non più piccole opere! Solo opere significative. Quelle che possono cambiare la faccia di un pezzo dell’economia territoriale. Ritorna l’interrogativo. Quale il contesto territoriale delle opere o dei servizi che si intendono attivare e quali sono i soggetti che possono attivarli? Il contesto, anche qui, è l’area vasta. O quella declinata dalla legge urbanistica regionale che divide una provincia in quattro aree, appunto aree vaste, o quella dedotta dall’opera che si intende portare avanti. Per l’una o per l’altra il soggetto promotore o quello attuatore non può essere il comune; non lo può essere perché impari rispetto allo scopo da conseguire. Può e deve essere l’Unione dei Comuni. Istituto che non gode molta fiducia tra le ‘fasce tricolori’ sannite”.

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