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Benevento| Lampugnale lancia “Pmi Day”: patto imprese-scuola

Benevento| Lampugnale lancia “Pmi Day”: patto imprese-scuola

9 Novembre 2016 | by Marco Grasso
Benevento| Lampugnale lancia “Pmi Day”: patto imprese-scuola
Economia
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BENEVENTO – Le imprese campane aprono le porte agli studenti. Ventinove imprenditori ed altrettanti istituti tecnici per complessivi 730 ragazzi coinvolti: sono questi i numeri della settima edizione campana del “Pmi Day”, iniziativa nazionale di Confindustria nata per avvicinare i giovani al mondo produttivo. L’appuntamento è per venerdì 11 novembre: in Irpinia hanno risposto all’appello tre imprese e due istituti tecnici, nel Sannio (dove è previsto un convegno all’università telematica “Giustino Fortunato” con il presidente Piccola Industria Campania Renato Abate) quattro imprese ed altrettante scuole. A livello nazionale saranno 40.000 i partecipanti alle visite organizzate nelle oltre 950 imprese che hanno aderito all’iniziativa che Piccola Industria promuove in collaborazione con 70 Associazioni del Sistema Confindustria. Un format, quello del Pmi Day, portato con successo anche all’estero: dopo l’adesione, lo scorso anno, di Confindustria Bulgaria partecipano a questa edizione anche Confindustria Albania e Confindustria Serbia, dove ad entrare nelle aziende associate saranno complessivamente oltre 400 studenti non italiani.

“Verso Industria 4.0” è il tema scelto in Campania. “E’ un obiettivo al quale dobbiamo guardare tutti, non solo noi imprenditori”, precisa Pasquale Lampugnale, presidente Piccola Industria Benevento, delegato per l’iniziativa regionale.

Lampugnale, Industria 4.0 è più uno slogan o un’opportunità concreta?

Più che di opportunità parlerei di necessità. Le imprese si stanno progressivamente innovando e convertendo alla digitalizzazione. E’ un processo necessario per crescere e restare competitivi. Come Confindustria abbiamo puntato su questi argomenti per contribuire ad alzare il livello di attenzione su un tema che animerà il dibattito nei prossimi anni. Si parte oggi per ottenere risultati tangibili nel giro di qualche anno. E’ un progetto ambizioso che richiede uno sforzo congiunto. Non si decide solo il destino dell’imprenditoria italiana, ma di un intero Paese chiamato ad uno scatto in avanti.

A che punto è l’imprenditoria campana?

Il processo è per certi versi ancora agli inizi. C’è da lavorare, e in fretta: bisogna cambiare marcia per un obiettivo fondamentale che non può essere mancato. Questa giornata, del resto, nasce anche con l’obiettivo di stimolare gli imprenditori sulle nuove sfide. Le nostre imprese aprono le porte ai ragazzi, ma anche agli altri operatori economici, chiamati a confrontarsi sui punti di forza e debolezza e, soprattutto, a fare sistema.

Le imprese campane aprono le porte agli studenti, e le scuole? C’è sintonia con il sistema didattico regionale sui temi della formazione?

E’ chiaro che anche le scuole sono chiamate ad uno sforzo in più sul fronte della formazione: Industria 4.0 vuol dire un nuovo modo di produrre e organizzare il lavoro. Uomini, macchine, prodotti e clienti: bisognerà guardare contemporaneamente a tutti gli aspetti del fare impresa, è una rivoluzione. Alcune figure professionali saranno ridimensionate, in alcuni casi cancellate, ma è evidente che si apriranno nuove opportunità, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie e le scuole dovranno essere pronte a cogliere queste nuove tendenze ed a formare al meglio i ragazzi che rappresentano la forza lavoro del domani. E’ una sfida che si vince tutti insieme.

La “buona scuola” è un buon alleato per la nuova sfida?

L’istituzionalizzazione dei progetti di alternanza “scuola-lavoro” rappresentano sicuramente un punto di partenza importante. Si è aperta una strada che, in passato, era stata spesso trascurata. Imprese e scuola devono dialogare costantemente: dai nostri istituti di formazione devono uscire ragazzi con competenze precise ed in linea con le esigenze del mercato. Serve una formazione mirata e continua: solo in questo modo si può pensare di incidere profondamente su dinamiche che, in passato, si sono spesso dimostrate lontane dalle reali esigenze del mondo del lavoro.

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