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Imprese, nel primo trimestre del 2022 saldo negativo per Sannio e Irpinia

Imprese, nel primo trimestre del 2022 saldo negativo per Sannio e Irpinia

2 Maggio 2022 | by redazione Labtv
Imprese, nel primo trimestre del 2022 saldo negativo per Sannio e Irpinia
Economia
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Nel primo trimestre del 2022  Sannio e in Irpinia vedono diminuire  il numero delle aziende.  E’ quando emerge dai dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere a partire dalle risultanze del Registro delle Imprese delle Camere di commercio. Il saldo negativo è più accentuato nella provincia di Benevento: 218 ditte in meno iscritte all’albo camerale sannita e una decrescita trimestrale del 0,61%, il dato più alto della Campania. Nel dettaglio 428 le imprese nate nei primi tre mesi del 2022, mentre quelle che hanno dichiarato cessata attività sono 646. Sono attualmente attive 30.697 aziende. La situazione in Irpinia: da gennaio a marzo 653 le nuove imprese, ma 760 hanno chiuso battenti. Il saldo è di 107, per un tasso di decrescita del 0,24%. Le ditte attive sono 37.899 il 7,5% della Campania. L’analisi storica per entrambe le province fa registrare un brusco stop dopo anni contraddistinti da un graduale miglioramento del tessuto economico. A livello regionale nei primi tre mesi del 2022 il saldo tra imprese iscritte e quelle cessate è pari a 129. Dando uno sguardo oltre la Regione, a livello nazionale, 1.149 in meno.

Dopo la pandemia – sottolinea il report – pesano le incognite  conseguenti gli squilibri geo politici innescati dal conflitto russo-ucraino e le possibili revisioni del Piano Nazionali di ripresa e resilienza. I dati restituiscono il profilo di un sistema imprenditoriale che allarga il proprio perimtro soprattutto grazia alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (servizi immobiliari e attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese. Presi insieme, questi settori determinano infatti un saldo di 10mila imprese in più nel periodo (il 58% del quale attribuibile alle sole costruzioni), confermando la spinta determinata dagli incentivi in favore delle famiglie per gli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare. Sul fronte opposto, gli altri grandi settori tradizionali mostrano dinamiche negative, con andamenti diversificati rispetto all’ultimo quinquennio. Il saldo più negativo del commercio (-8.271 unità nel trimestre) riflette la chiusura definitiva di attività colpite dalla pandemia che, probabilmente, avevano atteso la fine del 2021 per ottenere i ristori governativi; quelli di agricoltura (-4.259) e turismo (-1.610 per alloggio e ristorazione) segnalano un ritorno a valori più fisiologici del recente passato, mentre il bilancio delle attività manifatturiere (-2.230) conferma il dato dello scorso anno

 

 

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