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Imprese, bilancio 2022 in rosso per Irpinia e Sannio

Imprese, bilancio 2022 in rosso per Irpinia e Sannio

30 Gennaio 2023 | by redazione Labtv
Imprese, bilancio 2022 in rosso per Irpinia e Sannio
Economia
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Si chiude con il segno meno il 2022 per il sistema produttivo irpino e sannita. E’ quanto emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di Commercio. In confronto al resto della regione le due province dell’entroterra registrano un saldo negativo, in quanto al termine del 2022 sono state di più le imprese che hanno cessato la propria attività rispetto a quelle che si sono iscritte al registro camerale.

Una situazione più accentuata nel Sannio dove il numero delle imprese è diminuito dello 0,10%. In termini assoluti 1387 sono le realtà nate nel corso dello scorso anno, 1422 quelle che hanno chiuso i battenti. La differenza è pari a 35. In totale sono 35210 le imprese registrate a fine anno, che diventano 30453 quando si parla solo di quelle attive.

Va leggermente meglio in Irpinia: il saldo resta negativo ma in misura minore rispetto alla provincia di Benevento. La differenza tra natalità e mortalità si ferma a -13 per un tasso pari a -0,03%. Alla fine del 2022 si contano 1813 iscrizioni e 1826 cessazioni. In Irpinia sono 42935 le imprese registrate, 36984 le attive.

Andando ad analizzare l’andamento durante tutto l’anno si scopre che per entrambe le province il periodo che va da aprile a settembre è stato quello più florido, in particolar modo il secondo trimestre. Gli strascichi della pandemia e il clima di incertezza conseguenti gli squilibri geopolitici innescati dal conflitto russo ucraino, invece, hanno fatto si che i primi tre mesi del 2022 siano stati i più difficili per il tessuto imprenditoriale irpino – sannita. Più degli aumenti legati ai costi dell’energia: nell’ultimo trimestre, infatti, il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è stato si negativo, ma non ai livelli di inizio anno.

Quanto ai settori regge a livello nazionale quello dellle costruzioni ma aumenti si sono registrati nelle attività professionali scientifiche e tecniche  e i servizi alle imprese.  A chiudere in rosso, invece, sono stati il commercio , l’agricoltura e le attività manifatturiere

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