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Cervinara, l’opposizione: «Imbarazzo della maggioranza sull’Alto calore»

Cervinara, l’opposizione: «Imbarazzo della maggioranza sull’Alto calore»

26 Marzo 2016 | by redazione Labtv
Cervinara, l’opposizione: «Imbarazzo della maggioranza sull’Alto calore»
Politica
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«La violenza non si palesa solo con la forza fisica o l’uso delle bombe, ma anche tramite l’uso scellerato e personalistico del ruolo istituzionale avuto in carico grazie al voto dei cittadini», questo l’esordio tonante dell’opposizione consiliare di Cervinara. A quanto sembra l’ultimo consiglio comunale, quello del 23 marzo andato deserto, non è piaciuto ai quattro consiglieri che incalzano: «Non presentandosi in sede di Consiglio Comunale, il sindaco Filuccio Tangredi e i suoi consiglieri si sono resi protagonisti di un atto di una gravita’ e “violenza” assoluti, soffocando la democrazia sino ad ucciderla».

«Invalido, infatti, il Consiglio Comunale richiesto dalla minoranza in virtù della totale assenza dei consiglieri di maggioranza, fatta eccezione per il capogruppo, di cui apprezziamo l’imbarazzante quanto inutile sforzo nello spiegare i motivi dell’assenza degli altri adducendo che era prematura la trattazione dell’argomento».

E si passa al tema oggetto di quel consiglio che riguardava L’alto Calore e la gestione pubblica del ciclo integrato delle acque.

«Siamo convinti che non si può demandarne la gestione ai soli privati ma c’è bisogno di un controllo democratico e partecipato. Tutto questo va promosso tramite una cittadinanza attiva, in un confronto serrato con le stesse istituzioni pubbliche. E quale posto migliore di un Consiglio Comunale?»

«Non è la prima volta che la maggioranza usa un atteggiamento simile.

Ricordiamo il Consiglio Comunale del 29/12/15 richiesto dalla minoranza sulla Sicurezza Urbana, laddove vi fu l’ inopportuno tentativo da parte della maggioranza di sminuire l’importanza dell’argomento, accusandoci di creare falso allarmismo, tant’è che si parlò di Consiglio buffonata!».

«Oggi, a distanza di pochi mesi, i fatti, viste anche le note vicende accadute dopo quell’assise, danno pienamente ragione alla preoccupazioni che ci avevano spinto a chiedere la trattazione dell’argomento».

E a questo punto l’opposizione si chiede se il «non presentarsi è stata semplice strategia politica per evitare di riconoscerci il merito e la paternità di una eventuale proposta di delibera che, in quella sede, sarebbe emersa dal confronto oppure solo un modo per far emergere le divisioni che ci sono in maggioranza?»

«Abbiamo, inoltre, – continuano – appreso dalla stampa, della convocazione di un’assemblea bliz di Acs, cui avrebbero prontamente preso parte il Sindaco Tangredi e il vice sindaco Caterina Lengua, laddove si sarebbe dato il là ad alcune decisioni importanti».

«Ma non era ancora prematuro parlare dell’argomento? Come mai abbiamo subito risposto all’appello? Come mai prima di prendere una posizione su un argomento rilevante e delicato, in un’assemblea di una partecipata del nostro comune, il sindaco ed il vicesindaco non hanno ritenuto opportuno effettuare un passaggio in Consiglio Comunale, in modo da illustrarci le intenzioni del Presidente De Stefano, e la ratio del suo piano (si legga aggregazione con la Gesesa), giungendo successivamente ad un deliberato messo a votazione?»

«Speriamo che dietro tutto questo non ci sia la solita storia fatta di accordi politici volti alla spartizione di potere e di poltrone, insomma il solito mercimonio politico che non giova mai alla collettività ma solo agli interessi e alle ambizioni dei singoli!»

E continuano sul sindaco Tangredi invitandolo a «chiarire quale è stata la sua posizione durante quella famosa assemblea dell’undici marzo». «Ricordiamo che l’ Udc (il partito del sindaco) è fortemente contrario a qualsiasi forma di privatizzazione del ciclo integrato delle acque.

Ricordiamo poi, che in quell’ assemblea si era deciso di dare mandato a De Stefano di ricercare la soluzione più idonea per l’Alto calore servizi (si legga ancora una volta aggregazione con la Gesesa)».

«Ad onor del vero, non ci risulta chiara nemmeno la posizione del vicesindaco Lengua, che in quell’occasione, nelle vesti di delegata del Comune di Solopaca, tessendo le lodi di De Stefano (che dalla stampa apprendiamo essere stato rinviato a giudizio per peculato, truffa e calunnia!), ha votato con risolutezza a favore del piano dallo stesso proposto, mentre a Palazzo Caracciolo, una settimana dopo, in veste di consigliere provinciale, non ha potuto far altro che piegarsi ad una linea opposta». E avanti con l’interrogativo: «Forse tutto questo ha provocato imbarazzo e quindi la scelta di non presentarsi in consiglio?»

«Non crediamo – chiudono – che i tempi di discussione dell’argomento non siano maturi, visto che anche il consiglio provinciale di Avellino è già giunto ad un deliberato sulla questione. Se non altro, si poteva dare, da parte del nostro comune e quindi di tutta la nostra comunità, un indirizzo politico chiaro e forte sulla questione».

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