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Fausto Pepe, testimone ideale a Del Vecchio

Fausto Pepe, testimone ideale a Del Vecchio

18 Maggio 2016 | by Anna Liguori
Fausto Pepe, testimone ideale a Del Vecchio
Politica
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BENEVENTO- Leali, solidali e coerenti. Tre concetti con i quali Fausto Pepe porta in dote a Raffaele Del Vecchio la sua dote fatta di capacità di captare consensi e di calarsi come pochi nel ventre molle della città. Vincere due volte al primo turno, seppure in circostanze diverse e per molti versi irripetibili, da  comunque l’idea che l’apporto lealpepista è determinante per il centrosinistra allargato. E se all’epoca delle scimitarre sguainate e prima che Roma intervenisse per sedare la faida interna  la candidatura di Raffaele sembrava assai precaria, ora la ritrovata unità e gli intenti comuni hanno pienamente preso la scena e propongono un Pd ed un centrosinistra tornato vigoroso per giocarsi la permanenza a Palazzo Mosti. Fausto, nel frattempo, si gode la sua piccola grande soddisfazione; in effetti voleva la sua lista con i sui pretoriani vecchi e nuovi e qualche volto con un passato da antagonista ora molto meno intenso e l’ha ottenuta sebbene imponendo ai pasdaran lealpepisti la sua candidatura come capolista costata a più di uno qualche mal di pancia di troppo.

Parola d’ordine continuità. Ed anche questa è una componente non secondaria per la comprensione dei problemi in seno al Pd. L’opposto e cioè la discontinuità è ormai termine assolutamente bandito, quando durante l’inverno la contrapposizione tra Pepe e De Caro aveva assunto toni roventi. Punto di svolta senza dubbio le primarie, il cui risultato ha costituito la grundnorm attorno alla quale Fausto e li seguaci sui hanno imbastito la loro battaglia per legittimare la presenza politica e dieci anni di gestione amministrativa.

 

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