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Caso immigrati, il sindaco Montella: «La Prefettura apra gli occhi»

Caso immigrati, il sindaco Montella: «La Prefettura apra gli occhi»

21 Luglio 2016 | by redazione Labtv
Caso immigrati, il sindaco Montella: «La Prefettura apra gli occhi»
Politica
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PAOLISI – I migranti giungeranno in Valle Caudina e questa volta è il turno di Paolisi. A quanto sembra una cooperativa sociale del posto avrebbe partecipato ad un bando per ospitare un numero di migranti. Tale notizia, ancora non formale, ha suscitato qualche malumore e proprio il sindaco Michele Montella a riguardo esprime preoccupazione.

«Noi siamo un paese di poco più di duemila abitanti e già ne abbiamo troppi», queste le parole del primo cittadino. Infatti già la struttura “Damasco” ospita circa 40 migranti e per Montella aumentandone il numero «si rischierebbe di portare problemi alla comunità». «Un paese di 2mila abitanti non può ospitare tutti questi immigranti».

«Il Prefetto – continua –  deve distribuirli in maniera equa in tutto la Provincia e quelli che dovrebbero arrivare risulterebbero un numero e una proporzione troppo elevata. C’è da dire, inoltre, che ci sono decine e decine di Paesi che non hanno neanche un immigrato».

Però il primo cittadino precisa che « sono favorevoli all’immigrazione, non è una questione di razzismo, ma si rischierebbe di generare confusione e caos». Infatti si rifà ad presunto caso di meningite di pochi giorni fa:

«La settimana scorsa c’è stata una sospetta morte per meningite e questo porterebbe ulteriore preoccupazione tra la cittadinanza». «Altro dato è quello che se si diffonde questa cosa in ogni privato domani mattina potrà diventare un vero e proprio business economico. Chiunque possieda un appartamento medio-grande potrebbe ospitare immigrati e con 35 euro al giorno da parte dello stato diventerebbe un vero e proprio business. Un primario neanche guadagna questi soldi».

E ci va giù duro: «La Prefettura aprisse gli occhi». Inoltre «è anche vergognoso che un sindaco che vvenga tenuto all’oscuro di tutto perchè poi spiegarlo diventa difficile. Se si devono fare queste cose facciamole come si deve e collaboriamo e individuiamo una struttura». «Chiediamo – conclude – almeno a farci capire di cosa si tratta. E parla un sindaco che ad alcuni extracomunitari gli ha dato case popolari».

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