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San Giorgio del Sannio| Villa Comunale, si infiamma lo scontro tra Mario Pepe e Ricci

San Giorgio del Sannio| Villa Comunale, si infiamma lo scontro tra Mario Pepe e Ricci

10 Dicembre 2017 | by Enzo Colarusso
San Giorgio del Sannio| Villa Comunale, si infiamma lo scontro tra Mario Pepe e Ricci
Politica
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La questione della villa comunale di San Giorgio del Sannio alla quale la magistratura ha posto i sigilli rilevando quantità ingenti di sostanze noicive nel terreno riaccende la polemica politica e personale tra Mario Pepe e Claudio Ricci. Entrambi si palleggiano la responsabilità di quanto sta accadendo. L’Amministrazione Pepe fa sapere che le responsabilità stanno a monte e che l’uso dei diserbanti, secondo le analisi dell’ARPAC,  pur evidenziando la presenza di altre sostanze, quali Benzo(a)pirene, Indeno(1,2,3-c,d)Pirene, Benzo (g,h,i)Perilene, DD’s, pesticidi organo clorurati e Berillio in concentrazioni superiori rispetto ai limiti consentiti per le aree adibite a verde pubblico, lo sono nella norma nel range dedicato ad aree edificabili.  Pepe imputa al suo predecessore la mancata attivazione di tutti i controlli chimico-geologici del caso e pone la questione della estrema fretta con la quale si è proceduto alla inaugurazione di cui solo ora si conoscono le vere ragioni. Pepe parla di due mutui da 500mila euro complessivi per un’opera che non comprendeva nell’importo né il verde né l’arredo urbano. Puntuale arriva la replica di Ricci. “Come al solito Pepe e suoi sodali stanno cercando di confondere le carte ma la verità incontestabile è che l’Amministrazione Comunale guidata da Mario Pepe è intervenuta in maniera maldestra nella Villa e una semplice operazione, come il taglio dell’erba, è diventato un possibile danno ambientale. Per quanto riguarda i controlli, a differenza di ciò che pretendono gli amministratori, nel passato non ce n’era nessuna necessità. Insomma, il fattaccio l’hanno combinato loro e la smettano di nascondersi: a volte, nella vita, è molto dignitoso l’assumersi la responsabilità”. La questione  tra i due ex alleati e sodali di partito è però tendente di suo a degenerare ed è andata inevitabilmente a sbattere ancora una volta sui rancori e le incomprensioni del recente passato. Mario Pepe accusa Ricci di averlo tradito nei giorni torridi delle parlamentarie del 2012 quando l’allora deputato piddino si ritrovò solo, emarginato dal partito, pare per una sorta di mancato rispetto di alcune consegne interne al PD sulla questione della riproposizione al mandato parlamentare. “Il vero discrimine è dato dal modo di reagire alle sconfitte così come alle vittorie”, dice Ricci,  e il discorso scivola proprio su quelle giornate del 2012. “Per quanto riguarda me, ho reagito alla mia sconfitta con tranquillità, senza dare di testa e soprattutto restando coerente. Mario Pepe al contrario, dopo le sue batoste elettorali, è diventato un autentico camaleonte politico, cambiando i partiti e persino gli schieramenti politici con la stessa disinvoltura con cui si cambiano i calzini. Gli consiglio quindi di non avventurarsi in discorsi di stile e di etica istituzionali, perché da questo punto di vista ha dimostrato, nonostante l’età piuttosto avanzata, di aver ancora molto, ma molto, da imparare. L’ultima giravolta l’ha perpetrata proprio in queste ore, quando al momento dell’insediamento in Consiglio Provinciale, non solo non si è iscritto al raggruppamento che l’aveva votato ma ha scelto di non scegliere optando per l’autonomia e voltando le spalle anche a Mastella”.

 

 

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