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Airola| Crisi PD, Ruggiero: addio vocazione maggioritaria, ora costruire il partito

Airola| Crisi PD, Ruggiero: addio vocazione maggioritaria, ora costruire il partito

12 Marzo 2018 | by Enzo Colarusso
Airola| Crisi PD, Ruggiero: addio vocazione maggioritaria, ora costruire il partito
Politica
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L’esito di certo non soddisfacente del dato elettorale per il PD. Dice la sua Diego Ruggiero, segretario del PD di Airola e da sempre una delle poche voci critiche all’interno del partito. Per Ruggiero  “il dato delle politiche restituisce al partito un risultato gramo che sancisce la fine per la cd “vocazione maggioritaria”. Il PD terza forza ci restituisce in mano una partito una collettività, una comunità politica che oggi è chiamata ad andare oltre le leadership. Ora si costruisce il Pd. Il confronto nelle urne del 4 marzo ci ha fatto vedere come un movimento (ha però senso chiamarlo ancora così?) possa col solo simbolo e la forza evocativa di idee fornire una narrazione che va al di là dei leader. Il Pd schierava spesso vere personalità politiche, financo popolari, ma il Movimento ha vinto con sconosciuti. Si votava il simbolo e non le persone. Emblematica la vicenda di sindaci come Alfieri di Agropoli. Già alcuni anni fa ebbi modo di analizzare quanto il PD abbia “sbagliato”. Dicevo che spesso nelle decisioni c’è una “eccedenza” del momento istituzionale su quello politico. In un partito comunità in effetti sono tutti uguali ed il segretario e gli organismi dirigono. Spesso invece abbiamo sentito parlare di “partito dei sindaci”. Così non è! Un sindaco, un amministratore un segretario non basta! Ce ne siamo accorti al referendum. Se i cittadini ti votano per la persona, poi è difficile che ti seguano se proponi un’idea. La riflessione seria che dovrebbe fare il PD è questa. Il problema non è Renzi, ma il PD, la nostra comunità, che esprime una classe dirigente”personalizzata” intorno a figure carismatiche. Dovremmo ricominciare a riscoprire il nostro senso di comunità, il nostro senso di appartenenza. Troppo spesso si è avuta la profonda impressione che in questo partito il senso di appartenenza non fosse ad un “noi” condiviso, bensi solo ed esclusivamente alla propria personale posizione. Di questo il popolo si accorge. Si accorge se il partito che dovrebbe fare il bene di tutti, si divide per correnti personali. Non è una questione di temi o di vicinanza alla gente. Ci siamo, ci siamo sempre tra la gente con sindaci, amministratori, dirigenti e iscritti. Cantava Gaber che “L’appartenenza è assai di più della salvezza personale, è la speranza di ogni uomo che sta male, e non gli basta esser civile. E’ quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa che in sé travolge ogni egoismo personale con quell’aria più vitale che è davvero contagiosa.” Beh…”quel vigore” il MoVimento lo trasmette. Noi, non lo facciamo da troppo tempo! Da troppo tempo ci perdiamo dietro alle persone, e trascuriamo la comunità. Paradossalmente, oggi non è il momento di prendersela con Renzi o con le persone, ma di restare uniti e cambiare veramente i nostri paradigmi. Se decidiamo di farlo…nascerà anche la nuova classe dirigente ed il PD diventerà quello che sogniamo. Abbiamo già perso troppo, troppo tempo. Cambiamo, adesso.

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