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Benevento| De Caro tra segreteria regionale e primarie. Exploit “pragmatico” su De Luca: “sono dalla sua parte e lo sosterrò nel 2021”

Benevento| De Caro tra segreteria regionale e primarie. Exploit “pragmatico” su De Luca: “sono dalla sua parte e lo sosterrò nel 2021”

23 Febbraio 2019 | by Enzo Colarusso
Benevento| De Caro tra segreteria regionale e primarie. Exploit “pragmatico” su De Luca: “sono dalla sua parte e lo sosterrò nel 2021”
Politica
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Umberto Del Basso De Caro a tutto campo su primarie, sua candidatura alla segreteria regionale e liste e molto altro ancora. La conferenza stampa del parlamentare è stata l’occasione per un’analisi della contingenza politica del PD, locale e non solo. Le primarie. Umberto fa professione di pragmatismo, come è suo solito. “Non facciamoci illusioni, dice, non ci sarà una grande affluenza ma sarà importante l’impegno di tutti affinchè non si tramuti in un risultato negativo. Se riusciremo ad arrivare ad un milione, e allude al dato nazionale, di persone che si recheranno alle urne vorrà dire che siamo sulla strada buona ma il lavoro da fare resta tantissimo. Noi abbiamo fatto il possibile e forse anche di più, per quanto ci riguarda. Abbiamo fatto bene nell’opera di sollecitazione degli iscritti al partito e confidiamo nella capacità di attrazione per il 3 di marzo”. Non sono giorni di vacche grasse per il PD  e di questo ne è convinto anche De Caro che attorno a se aveva Carmine Valentino, il segretario provinciale, “che, dice, resterà in carica fino al 29 ottobre del 2021, che piaccia o meno”,  Giovanni De Lorenzo oltre ad alcuni candidati per l’assemblea nazionale e per quella regionale. Due liste per la sua corsa alla segreteria regionale, forse, danno l’impressione della dispersione ed anche della mancanza di unità ma per De Caro è invece sinonimo di partecipazione ed è quello che conta di più. E proprio sulla sua candidatura alla segreteria regionale il Capataz concentra buona parte della conferenza stampa. “Possiamo vantare il 25% dei consensi, la piena rappresentanza delle zone interne irpo-sannite”, dice, un tesoretto che forse non gli garantirà l’elezione ma che gli consentirà di certo di giocare un ruolo decisivo nelle alchimie future, posto che chi vincerà dovrà poi cercare di governare il partito senza fughe in avanti ma ricercando il dialogo. “La priorità, tuttavia, è quella di rifondare il partito, sottrarlo alle lotte “claniche” dei potentati napoletani, metterlo in condizione di rilanciare la propria azione politica”. Una prospettiva che si lega in modo strettissimo alle “magnifiche sorti e progressive” delle primarie che designeranno il nuovo segretario nazionale. Chiunque cingerà la vittoria dovrà essere in condizione di aprire canali vasti di dialogo con le altre correnti del partito per potere sviluppare la propria condotta. De Caro affronta anche il tema delle regionali. E qui apre inopinatamente al De Luca bis. “Sarò il più deluchiano dei deluchiani”, dice, e molto sconcertano le sue parole visto anche il clima di diffidenza che aleggia tra i due. “Io dico chiaramente che sto dalla parte del Governatore, altri devono uscire allo scoperto e dire perchè, eventualmente, non voteranno per De Luca”, e allude ai potentati napoletani di cui sopra che invita ad uscire allo scoperto. Allude al duo Casillo-Topo che mostra di detestare. Una manovra che De Caro opera anche in funzione della corsa a Santa Brigida per la quale ha deciso di cimentarsi smentendo le posizioni dell’autunno scorso ma anche perchè sa bene che la vittoria di  De Luca trascinerebbe, quasi per certo, la rielezione di Mino Mortaruolo grazie al sostanzioso premio di maggioranza che si accaparra il vincitore. Puro pragmatismo “umbertino”. La situazione interna alla Federazione di Benevento. Qui l’Avvocato mostra nervosismo. Se la prende con la stampa, rea di glissare sugli argomenti pregnanti della conferenza stampa per virare su ciò che reputa questioni di secondaria importanza. Cosa che non è.  La presenza di una corrente altra, quella del duo Del Vecchio-Insogna,  rispetto all’establishment decariano è materia di un certo interesse, almeno alle nostre latitudini.

La questione delle due liste alle provinciali. “Esiste solo una lista ed è quella del PD ufficiale”, dice Umberto, “l’altra è una lista civica che nessuno ha sottoposto alla direzione provinciale del partito e che noi non riconosciamo”. Parole durissime che attestano la definitiva rottura dell’asse con i Del Vecchio e con Raffaele in particolare. Divisi su tutto, per la corsa alla segreteria regionale il già vicesindaco voterà per la Armida Fillippelli, per la segreteria nazionale Zingaretti.  Decariani che accusano la controparte di volere spaccare il partito alla vigilia di appuntamenti importantissimi per la vita futura del PD e di avere lasciato scivolare nel nulla la proposta di una unica lista per le provinciali nella quale far confluire anche le candidature della sinistra del partito. “Disertando la direzione in più occasioni, di fatto, si è voluto mandare un messaggio di chiusura al dialogo e di rottura”. Insomma, la situazione è complicata e pure complessa, nonostante Del Basso De Caro marginalizzi e derubrichi la questione alla irrilevanza. E’ la fine dell’asse con i Del Vecchio,  e scusate se è poco, che per un decennio buono ha contraddistinto e diretto la vita del partito, ed è anche l’epilogo di un biennio e mezzo di rancori, dopo la sconfitta rovinosa alle Amministrative del 2016. Per De Caro la scelta di Raffaele era la più logica, il vicesindaco che aspira al salto di qualità, ma non la più congeniale e ora i nodi vengono al pettine.

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