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Salvini nel Sannio, il dissenso dei democratici sanniti

Salvini nel Sannio, il dissenso dei democratici sanniti

5 Maggio 2019 | by Alberto Tranfa
Salvini nel Sannio, il dissenso dei democratici sanniti
Politica
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Il capo della Lega ex nord, Matteo Salvini, è cresciuto politicamente nel brodo della egoistica secessione, del Settentrione contro il Mezzogiorno d’Italia.

Ora, furbescamente, ha capito (o gli è stato detto) che è più conveniente, nella intercettazione di voti e consenso, spostare l’impegno del dividere e separare in altri campi, pur non abbandonando del tutto le vecchie idee (vedi l’autonomia differenziata che vuole attuare e che di fatto dividerebbe il Paese).

Allora addosso agli immigrati e ai rom (che sostituiscono i “terroni”); alle organizzazioni non governative accusate di essere complici dei trafficanti di persone nel Mediterraneo; al pensiero diverso dal suo; alla magistratura, che, quando lo indaga, è attaccata, è accusata di essere di sinistra, di fatto, delegittimata da lui che è membro del governo; agli insegnanti che, nello svolgimento della loro azione educativa improntata alla democrazia e al rispetto della Costituzione, vengono accusati di essere di parte e, quindi, di sinistra e che, così come è anche intimato ai giudici, se vogliono continuare a trasmettere quei valori, debbono candidarsi e farsi eleggere.

Ma l’elenco sarebbe lungo. Per avere la meglio cavalca le varie tigri, sfrutta le difficoltà e le insicurezze dovute ai dieci anni di crisi economica, divide il mondo in buoni e cattivi, si autoproclama difensore del popolo, crea nemici e contrapposizioni anche lì dove non ci sono.

Le leggi che ha voluto e vuole Salvini rasentano l’incostituzionalità, aumentano l’insicurezza, minano la pacifica convivenza civile.

Il ministro chiude i porti ai diseredati del mondo e lascia aperte le sedi delle formazioni fasciste che hanno rialzato la testa percependo benevola simpatia e tolleranza, equidistanza, disinteresse e banalizzazione – se non peggio – sui temi dell’antifascismo, che, di fatto, incoraggiano la recrudescenza fascista e il revisionismo storico, il negazionismo, il riduzionismo.

Un ministro della Repubblica italiana che ridicolizza il 25 aprile, Anniversario della Liberazione dell’Italia dai nazifascisti, declassandolo ad un derby tra opposte fazioni; e per questo si è tenuto lontano dalle celebrazioni.

Matteo Salvini sta inquinando la vita democratica del Paese; molto grave per il ministro dell’interno che la democrazia dovrebbe difenderla.

Lunedì 6 maggio il ministro raggiunge il Sannio per un ennesimo spot elettorale. Per le organizzazioni e i cittadini democratici Matteo Salvini non è benvenuto nella nostra provincia.

CGIL BENEVENTO

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